La transizione energetica europea, tra gli obiettivi sull’aumento sostanziale delle fonti rinnovabili, prevede l’installazione di pale eoliche marine, almeno 61000 megawatt di capacità produttiva entro il 2030. Per arrivare poi a superare i limiti entro il 2050 con un traguardo stabilito di 340.000 MW. Ipotesi che però al momento presenta numerosi problemi e non solo logistici, visto che ancora le aree devono essere individuate con esattezza, e non ce ne sono molte con le caratteristiche richieste.



Come sottolinea in un articolo il quotidiano La Verità, c’è anche l’ostacolo rappresentato da un avvertimento, arrivato da parte della Corte dei Conti, che ha ammonito la Commissione Europea, per il fatto di non aver adeguatamente considerato tutti i rischi, sia per danni ecologici, che sociali, connessi al progetto eolico. Perchè in realtà l’impatto ambientale di queste installazioni potrebbe essere stato sottovalutato, specialmente quello sull’ambiente marino. Il rischio sarebbe quello di mettere in serio pericolo la biodiversità a causa dell’inquinamento sonoro subacqueo, oltre a confondere le rotte degli uccelli provocando collisioni.



Corte dei Conti avverte l’Eu sul progetto parchi eolici marini “Non è stato valutato l’impatto ambientale”

La Corte dei Conti del Lussemburgo si è espressa negativamente sui documenti di previsione della Commissione Europea per l’installazione di parchi eolici marini per incentivare la transizione energetica con fonti rinnovabili. Nei progetti infatti, non sarebbe stato considerato l’impatto ambientale delle pale eoliche sull’ecosistema marino. Dall’analisi della Corte infatti, la conclusione condivisa anche da numerose Ong ambientaliste e da associazioni di pescatori, è che ancora non sarebbero state fatte adeguate valutazioni in merito alle eventuali implicazioni sociali delle rinnovabili offshore.



A Bruxelles quindi, al momento si sarebbero preoccupati soltanto dei risvolti economici, sicuramente positivi, visto che comunque il piano di espansione di queste installazioni darà lavoro a molte persone e se si riuscirà a portare a termine l’obiettivo sarà una garanzia per generare non solo energia pulita ma anche profitti. Secondo l’avvertimento però, questi traguardi da raggiungere rappresentano soltanto ipotesi, e probabilmente molto irrealistiche. Basta pensare, come evidenzia La Verità, che “Anche ipotizzando che davvero al 2030 ci possano essere 61.000 MW di capacità installata, tra il 2030 e il 2050 in Europa bisognerebbe installare comunque ancora 14.000 MW di capacità eolica offshore ogni anno.”