Silvio Baldini si è dimesso dalla carica di allenatore del Palermo: non sarà lui a guidare i rosanero nel prossimo campionato di Serie B. L’avventura del tecnico di Massa Carrara si è conclusa prima dell’esordio stagionale, in programma domenica in Coppa Italia contro la Reggiana. La scelta è stata annunciata in una conferenza stampa odierna, in cui era presente anche il direttore sportivo Renzo Castagnini, il quale ha preso la medesima decisione. Il motivo è da ricondurre a delle divergenze con i vertici di City Football Group, che ha acquisito il club siciliano qualche mese fa.



“Io prima ero al centro del progetto, adesso non lo sono più”, ha detto. In particolare, l’ormai ex allenatore rosanero ha fatto riferimento ad un episodio emblematico. “È venuto un fisioterapista che ha aggiunto due massaggiatori e un preparatore. Se io mando a Guardiola due fisioterapisti e un preparatore senza interpellarlo, Guardiola sta zitto o si lamenta? Se io non vengo interpellato dovete dirmi se sono al centro del progetto”. E ribadisce: “Tra la dignità e i soldi io scelgo la dignità. Non ho niente contro il Palermo, ho solo capito che il mio modo di essere non è in sinergia con il loro modo di lavorare”.



Palermo, Baldini si è dimesso: i motivi

I motivi del perché Silvio Baldini si è dimesso dalla carica di allenatore del Palermo riguardano anche gli obiettivi del club di Dario Mirri. Il tecnico, infatti, avrebbe voluto puntare subito la promozione in Serie A, mentre la nuova proprietà ha parlato di anno di transizione. “A me non frega niente dell’anno di transizione, voglio andare in Serie A. Non voglio Messi, voglio gente in grado di ricreare l’entusiasmo e portare 40mila persone allo stadio”.

Nel corso della sessione di mercato estiva, però, non sono stati messi in atto i movimenti che avrebbe voluto. Inoltre, è nato del malcontento all’interno della rosa. “Il gruppo non c’è più per una serie di motivi. Alcuni giocatori credevano di prendere un ingaggio maggiore in Serie B. Altri per dire di sì sono stati 10 giorni a casa e hanno preso lo stesso ingaggio che prendevano in C. Poi ci sono collaboratori che non sono felici. Se vado in Serie B e anziché avere l’entusiasmo ho tutte le tristezze, non può funzionare”, ha concluso.