C’è chi parla di furto alla democrazia e chi di voto falsato dopo quanto accaduto a Palermo. Di sicuro è uno scandalo l’incredibile forfait dei presidenti di seggio nel capoluogo siciliano. Sono 170 quelli che hanno rinunciato negli ultimi due giorni, facendo slittare l’apertura di alcune sezioni elettorali al primo pomeriggio. Una macchina elettorale in panne per una partita di calcio. La rinuncia delle persone nominate al ruolo di presidenti di seggio sarebbe arrivata perché oggi è in programma allo stadio Renzo Barbera la finale di play off di Serie C che vede il Palermo sfidare il Padova per la promozione in Serie B. Si parla di un appuntamento per il quale sono attesi oltre 34mila spettatori. L’attenzione è, quindi, rivolta alla partita di calcio più che alle Elezioni Comunali 2022 e ai Referendum sulla Giustizia.



Anche per questo la concomitanza con le elezioni aveva suggerito la possibilità di un rinvio della partita, ma la Prefettura aveva deciso di confermare la data del match di calcio. Nel frattempo, molti esponenti politici, tra cui il leader della Lega Matteo Salvini, ma anche gli stessi candidati, hanno chiesto in mattinata l’intervento delle autorità giudiziaria, a cui l’amministrazione comunale, secondo quanto riportato da Live Sicilia, avrebbe già trasmesso gli atti. La Procura di Palermo, quindi, valuterà le segnalazioni inviate dal Comune.



COSA RISCHIANO I PRESIDENTI “DISERTORI”

I presidenti designati che hanno rinunciato al proprio incarico e non hanno comunicato la defezione nei modi e tempi previsti ora rischiano. I reati che potrebbero prospettarsi, spiega Live Sicilia, sono interruzione di pubblico servizio, punibile con la reclusione da 6 mesi a un anno, rifiuto di atti d’ufficio, che invece è un reato punibile con la reclusione da 6 mesi a due anni. Diversi seggi sono rimasti chiusi per essere alla fine accorpati ad altri. Gli inquirenti dovranno accertare se la decisione di non presentarsi da parte di alcuni presidenti, che dopo la nomina sono pubblici ufficiali, è stata motivata adeguatamente e i termini entro cui l’hanno comunicata. Ad aggravare la situazione anche l’attacco hacker subito dal Comune di Palermo nei giorni scorsi: avrebbe, infatti, mandato in tilt la ricezione delle mail via Pec. Dunque, alcuni presidenti avrebbero comunicato la rinuncia per tempo, ma la comunicazione non sarebbe arrivata al Comune. C’è poi la questione della partita. «Con la partita decisiva per la promozione del Palermo era assolutamente prevedibile cosa sarebbe accaduto, ma la Prefettura non solo ha provveduto, ma neppure ha pensato a un piano b», affermano alcuni rappresentanti di lista al portale siciliano. Ora in molti chiedono spiegazioni al ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, che non ha previsto come la partita di calcio potesse generare caos ai seggi.

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