Ogni settimana, alla parrocchia di Santa Lucia, a Palermo, da un mese i genitori si radunano per parlare del dramma dei figli: il crack. “L’esperienza che ognuno di noi ha vissuto può aiutare gli altri a sapersi comportare”, racconta una mamma. “Chiede soldi in continuazione. Se è il caso ruba. Adesso se ne è andato da casa. Sono settimane che non lo sento”, racconta un’altra mamma a Rai News. “Alternavamo periodi in cui si rendeva conto quello che faceva. Ha tentato due volte il suicidio. C’era la paura che potesse fare male a noi”, rivela ancora un altro genitore.



Non mancano però anche le testimonianze positive, come quella di un papà. “Io mi ero preparato a fare il suo funerale. Ma con la volontà di tutti ne è venuto fuori”, rivela. I volontari chiedono aiuto alle istituzioni affinché “aiutino le strutture a far fronte alle nuove sostanze“.

Crack a Palermo, la preoccupazione delle famiglie

A raccontare l’esperienza nella parrocchia di Santa Lucia a Palermo, anche Repubblica. Una mamma, alle prese con le dipendenze della figlia ventiseinne, racconta preoccupata: “Non so più dove sia mia figlia. Da una settimana è andata via da casa, ha un compagno molto più grande di lei, vivono in un basso alla Noce in condizioni pietose, come barboni con un tetto sulla testa”. La situazione in Sicilia e a Palermo preoccupa sempre più: già i ragazzini di dodici anni spacciano e consumano droga.



A Palermo, il calvario della droga tra i giovanissimi non è cosa nuova. Prima la cannabis e poi il crack conducono ogni anno centinaia di persone alla morte. Nel 2022 sono stati ben 16 i bambini ricoverati in overdose a Palermo: i loro genitori assumevano crack e sostanze stupefacenti e un neonato è finito in rianimazione. I Sert del capoluogo siciliano hanno registrato un incremento di 800 assuntori in più ogni dodici mesi.

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