Poteva trasformarsi in una vera e propria tragedia quanto accaduto la notte scorsa in una palazzina in via Mura di San Vito in quel di Palermo dove quattro persone (a differenze della prime ricostruzioni che ne citavano addirittura cinque o sei) si trovavano dentro ad un ascensore precipitato a causa di un presunto problema tecnico: sull’accaduto stanno – ovviamente – già indagando le autorità che hanno aperto il consueto e necessario fascicolo per comprendere cose ci sia veramente dietro alla caduta dell’ascensore, ricollegata (almeno in questa fase) alla rudimentalità di un impianto che non era a norma e che sarebbe stato prodotto artigianalmente da un loro familiare.
Partendo da ciò che sappiamo di certo sull’incidente di Palermo è che nella prima serata di ieri – sabato 16 novembre 2024 – il montacarichi artigianale ha ceduto sotto la pressione del peso che stava trasportando dal piano terra al primo piano della palazzina: all’interno di trovavano almeno quattro persone, una madre 32enne con i suoi due figli di 13 e 7 anni e la nonna 71enne; la prima avrebbe riportato delle gravi ferite alle gambe e diversi traumi, ma pare che complessivamente (dopo interventi chirurgici che hanno coinvolto entrambe le donne) siano tutti fuori pericolo.
Palermo, precipita un ascensore: secondo le autorità non era collaudato ed era costruito artigianalmente
Le indagini sull’ascensore precipitato nel capoluogo siculo sono attualmente in corso e fino ad ora sono emerse solamente alcune indiscrezioni: l’origine dell’incidente sarebbe la rottura delle due funi di traino che avrebbero – appunto – ceduto sotto il peso delle persone al suo interno; ma a livello generale le autorità ipotizzano che si trattasse di un sistema senza alcun tipo di collaudo o dispositivo di sicurezza, costruito da un parente fabbro della famiglia coinvolta nella caduta per sopperire alla mancanza di scale interne nella palazzina: quest’ultimo sarebbe – peraltro – stato tratto in salvo dai Vigili del Fuoco dato che dopo la caduta del montacarichi è rimasto bloccato al primo piano dell’edificio.