Secondo caso di ipotermia a Palermo
Secondo caso di ipotermia a Palermo in pochi giorni. Dopo la bambina di 10 anni che si era sentita male in classe, alla scuola elementare Emanuela Loi, infatti, questa volta è toccato ad una donna che seguiva un corso di formazione all’Università palermitana. In seguito all’intervento del 118 la studentessa è stata stabilizzata, mentre i suoi colleghi parlano di una situazione nota già da settimane, per la quale erano stati chiesti provvedimenti da parte dell’Università.
“Da due settimane”, racconta un collega della studentessa finita in ipotermia a Palermo, “seguivamo le lezioni senza riscaldamenti in un ambiente gelido”. Dopo l’intervento dei soccorsi, inoltre, la lezione che si stava tenendo nell’aula 12 dell’edificio 19 di viale delle Scienze, è stata spostata in un’altra aula, questa volta riscaldata. L’Università di Palermo, dal conto suo, parlando del caso di ipotermia ha detto di aver “avviato un’indagine interna per appurare quanto sia accaduto e per prendere le dovute e necessarie misure in merito a questa situazione incresciosa e inaccettabile. Stabiliremo tutti i livelli di responsabilità e la funzionalità degli spazi sarà ripristinata al più presto. Seguiamo con assoluta attenzione le condizioni di salute della corsista”.
La studentessa: “Cercavo calore negli asciugamani in bagno”
Insomma, la studentessa che è andata in ipotermia durante la lezione all’Università di Palermo ora sta bene. “Mi sono molto spaventata e il mio medico mi ha prescritto riposo assoluto e proibito di rientrare all’università qualora persistessero queste condizioni”, racconta citata da TgCom24, “sono stata contatta dal rettore che si è informato sul mio stato di salute”.
Parlando di quello che le è successo, la studentessa di Palermo finita in ipotermia spiega di essere cardiopatica. “È da due settimane che in aula si gela. Dai climatizzatori sembrava uscisse aria fredda. Eravamo vestiti come se dovessimo andare sulla neve. Me la sono vista brutta. Avevo le labbra nere e non riuscivo più a muovermi. Ero come paralizzata. Prima del malore (in aula c’erano anche donne incinte), sono andata più volte in bagno per cercare un po’ di calore nei dispositivi per asciugare le mani”, racconta la studentessa di Palermo finita in ipotermia. “Sono due settimane che insieme agli insegnanti chiediamo di risolvere questa situazione incresciosa. Le lezioni durano molte ore, sono impegnative, come giusto che sia, ma dovrebbero essere garantite le condizioni adeguate per seguire al meglio il corso. È incredibile che la soluzione sia stata trovata solo dopo che sono finita in ospedale”.