Nel 1948, Palmiro Togliatti rimase vittima di un attentato a opera di un certo Antonio Pallante, giovane esaltato simpatizzante del movimento politico populista del ‘qualunquismo’. I proiettili, scadenti, non penetrarono nel torace, il che permise al politico di salvarsi. Il pericolo maggiore fu il dissanguamento: soltanto il ricovero tempestivo, con successiva asportazione di parte del polmone, gli impedì di morire. Uno dei colpi fu esploso contro la testa; per via del suo materiale, però, il proiettile non sfondò la calotta cranica. Più grave la lesione alle costole e soprattutto il danno ai polmoni, che in seguito rese necessario un intervento molto delicato da parte del noto chirurgo Pietro Valdoni. L’operazione andò a buon fine, e Togliatti si riprese nel giro di pochi mesi. Il suo attentatore, invece, non ha mai mostrato segni di pentimento. (agg. di Rossella Pastore)



Vita privata di Palmiro Togliatti

Palmiro Togliatti è stato il compagno di Nilde Iotti, la prima donna diventata Presidente della Camera dei Deputati. Sul finire degli anni ’40 la Iotti incontra Togliatti, uno dei pilasti del Partito Comunista Italiano. Tra i due scatta subito qualcosa, ma inizialmente la loro relazione è segreta in quanto considerata scandalosa per quei tempi. Del resto Togliatti era già sposato con Risa Montagnana e aveva due figli. Nonostante il matrimonio e i figli però Iotti e Togliatti si lasciando andare a questa grande passione; un amore travolgente che li porta anche ad andare a convivere in un abbaino all’interno della sede del Pci in via delle Botteghe Oscure a Roma. Poco dopo la coppia, oramai inseparabile, si trasferisce in una casa del quartiere Montesacro a Roma. Il loro amore ha avuto la meglio contro le imposizioni della legge del tempo, ma anche le chiacchiere e le maldicenze, visto che lui era un uomo sposato.



Palmiro Togliatti e Nilda Iotti: un amore clandestino

Incuranti di tutto e tutti, Palmiro Togliatti e Nilda Iotti si amano alla follia e insieme decidono anche di adottare bambina, Marisa Malagoli, la sorella minore di uno dei sei operai rimasti uccisi negli scontri seguenti alla manifestazione modenese del 9 gennaio 1950. Molti anni dopo, sono trapelate alcune lettere di Nilde Iotti al suo amato Palmiro in cui scriveva: “forse è bene che tronchiamo i problemi che si pongono fra noi sono ormai troppi e troppo grandi. Siamo già andati troppo avanti: anche se lo volessimo non potremmo più farlo”. Si tratta di una lettera datata 1947, agli inizi della loro storia d’amore.

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