Giorgio Palù, ospite della puntata di Tg2Post andata in onda martedì 9 novembre, ha parlato del complesso tema dei vaccini contro il Covid-19 sui bambini: “Sono efficaci ed i rischi sono limitati”, ha detto il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). L’esperto, al tempo stesso, ha evidenziato la necessità di effettuare una attenta analisi. “Valuteremo il dossier dopo che sarà presentato all’Ema, a cui spetta decidere. Gli studi ad ogni modo dimostrano che l’efficacia è elevatissima, oltre il 95%, con una dose ridotta di un terzo, e le rare miocarditi e pericarditi sono eventi passeggeri, che si risolvono precocemente e non lasciano danni. Il rischio è di molto inferiore rispetto all’avere una miocardite di tipo virale, cioè causata dal Covid, che nel tempo può avere conseguenze a lungo termine”.
Il professore, dunque, ha ribadito l’importanza di somministrare il vaccino anche ai più piccoli, anche se in un primo momento non sembrava ce ne fosse bisogno. “Gli adolescenti, che in parte sono già stati vaccinati, hanno lo stesso numero di recettori del virus delle persone adulte. I bambini inizialmente erano meno suscettibili, ma soltanto con il prototipo del Covid di Wuhan. La variante attualmente dominante ha una maggiore affinità e penetra più velocemente nelle cellule, per cui l’incidenza nell’età scolare (tra i 6 e i 12 anni) è aumentata”, ha sottolineato. E sulla terza dose: “Gli studi mostrano che l’immunità viene meno, è un fenomeno naturale. Con le prime due dosi di innesco la risposta anticorporale svanisce nel tempo e va considerato anche il fatto che sono subentrate le varianti. È per questo che va sollecitata la somministrazione delle terze dosi anche negli under 60”.
Palù (Aifa): “Vaccini ai bambini efficaci, rischi limitati”. L’importanza della ricerca
Giorgio Palù, presidente dell’Aifa, oltre a ribadire che i vaccini per bambini sono efficaci e presentano rischi limitati, ha parlato dell’effetto che ha avuto la pandemia di Covid-19 sul mondo scientifico. “Ci ha dato una lezione: dobbiamo studiare i virus, che sono gli elementi più diffusi nel pianeta, nell’interfaccia tra uomo e animale per prevedere e prevenire le emergenze sanitarie di questo tipo”, ha detto. È per questo motivo che è necessario investire nella ricerca.
“C’è bisogno di innovazione in ambito industriale. Siamo la prima industria farmaceutica d’Europa con 15 miliardi di fatturato, ma produciamo in larga parte conto terzi e prodotti di cui sono scaduti i brevetti. Dobbiamo, come Spagna, Francia e Germania, dotarci di innovazione tecnologica, soprattutto nell’ambito dei vaccini e dei farmaci molecolari, perché c’è bisogno di crescere ed essere competitivi su scala globale. È un processo che ha tre attori coinvolti: Ministero della Salute, Ministero della ricerca e dell’Università e Ministero dello sviluppo economico. Dobbiamo avere una pulsione in più per la rinascita: resistenza e resilienza”, ha concluso il numero uno dell’Agenzia italiana del farmaco