I contagi aumentano, ma la situazione è sotto controllo in Italia. Lo conferma il professor Giorgio Palù a UnoMattina, invitando però alla prudenza. «C’è una differenza di circa 10 volte, significativa, rispetto all’anno scorso grazie ai vaccini, ma non dobbiamo abbassare la guardia. Siamo nel periodo migliore per un virus perché si propaghi l’infezione», ha dichiarato il presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Riguardo la terza dose, ha voluto rassicurare gli italiani: «In vaccinologia è un momento che esiste per tutti i vaccini. Solitamente il richiamo si fa dopo un mese per innescare la risposta immunitaria, poi la terza dose a sei mesi per amplificare la risposta. Quindi questo è qualcosa di fisiologico per il sistema immunitario dell’uomo. Tre dosi sono ottimali per evocare una forte risposta immunitaria duratura nel tempo».
Ai no vax che ritengono che la terza dose sia la conferma dell’inefficacia dei vaccini, invece, Palù ha replicato: «Noi ci vacciniamo ogni anno per l’influenza con un vaccino che è molto meno efficace di quello del Covid. I virus mutano e c’è bisogno di evocare la risposta. Da secoli ci proteggiamo con i vaccini, abbiamo allungato la vita media. Sono il miglior presidio insieme all’acqua potabile per lo sviluppo della specie umana».
PALÙ (AIFA) E LA TRASMISSIONE DEL COVID NEI BAMBINI
Nel corso del suo intervento a UnoMattina il professor Giorgio Palù ha affrontato anche il tema delle diverse risposte immunitarie. «La medicina non è una scienza esatta come la fisica e la chimica, quindi gli studi clinici hanno bisogno di conferme, proprio a causa delle diversità genetiche. I geni che più si diversificano sono proprio quelli della risposta immunitaria. Per questo abbiamo il paradosso vaccinale per il quale in 2-5% della popolazione alcuni vaccini non evocano la risposta. Rispondiamo diversamente ai farmaci anche per differenze di genere». Quel che bisogna fare è guardare l’efficacia del vaccino sui grandi numeri: «Sicurezza ed efficacia sono garantite proprio dalla vaccinazione di massa». Invece sulla vaccinazione dei bambini non si è sbilanciato, ma ha fornito un’interessante analisi: «I bambini hanno meno recettori per il virus, quindi si ammalavano meno e trasmettevano poco, ma oggi la contagiosità è aumentata insieme all’affinità per il recettore di circa 5-10 volte rispetto al ceppo di Wuhan e di 2-3 volte rispetto alla variante inglese, quindi i bambini si infettano e possono trasmettere il virus».
PALÙ (AIFA) SU VACCINI E BAMBINI
Così come è vero che «hanno conseguenze poco gravi, il più delle volte manifestazioni asintomatiche o paucisintomatiche», lo è altrettanto il fatto che possano sviluppare dopo il contagio «complicazioni, come la Mis-C, quindi per considerarli per la vaccinazione bisogna tener presente che possono diffondere il virus, ma l’Ema valuterà attentamente rischi-benefici». Ma non è un tema urgente per Giorgio Palù: «Prima dell’ok, preoccupiamoci di vaccinare gli anziani a rischio che non sono ancora immunizzati. Così come i no vax che costituiscono un serbatoio di diffusione». Infine, una stoccata a coloro che si oppongono al green pass: «È stato un successo di politica sanitaria ed economica. Mettiamoci nei panni dei no green pass. Cosa dicono? Che è una limitazione alla libertà individuale. Ma questa finisce dove esiste la sicurezza sociale per i più. Anche i vaccinati possono diffondere il virus? Ma è molto più sicuro il green pass di un vaccinato di uno che si è sottoposto al tampone».