In arrivo la decisione dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sulla vaccinazione dei bambini tra 5 e 11 anni. Lo ha anticipato Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e membro del Comitato tecnico scientifico (Cts). «L’Ema sta discutendo sull’estensione della possibilità di vaccinare questa fascia d’età. La decisione potrebbe già arrivare tra oggi o domani, a cui seguirebbe quella dell’Aifa entro 24 ore», ha dichiarato a Sky Tg24. Inoltre, non ha escluso che si possa procedere con l’obbligo dei vaccini anche per loro. «Il Covid-19 sta mutando. Se prima il 2% dei bambini contraeva l’infenzione, con la variante Alfa, oggi siamo al 25-30%», il presupposto di cui si tiene conto. Ma quella dell’obbligo vaccinale per la fascia 5-11 anni è «una valutazione che verrà fatta progressivamente, ponderata con rischi e benefici». Tale valutazione deve tener conto del fatto che «i dati dell’epidemia ci stanno dicendo che la categoria 5-11 anni è quella che presenta il maggior numero di casi incidenti».
Dunque, il quadro sta cambiando: «Anche i bambini sono ricoverati e non hanno patologie concomitanti, il rischio dell’infezione sta diventano molto superiore al rischio del vaccino che negli studi non esiste». Palù non ha escluso neppure che il vaccino anti Covid possa essere somministrato ai bambini «anche dal prossimo lunedì».
ANDAMENTO EPIDEMIA E TERZA DOSE
Riguardo l’obbligo, sarebbe d’accordo anche per le pubbliche amministrazioni: «Non è un tabù parlare di obbligo vaccinale», soprattutto per chi «perché lavorano a stretto contatto con il pubblico». Per quanto riguarda l’andamento del contagio, Giorgio Palù ha ribadito che l’andamento non è paragonabile a quello dell’anno scorso. «Alcune regioni stanno però superando le soglie critiche in quanto a ricoveri, bisogna guardare con attenzione ai prossimi giorni», ha spiegato il numero uno dell’Aifa a Sky Tg24. Da lunedì comunque sicuramente comincerà la prenotazione della terza dose per tutti gli over 40. Invece sull’ampliamento sotto i 40 anni il virologo resta cauto: «Non sono in grado di prevedere quanto accadrà. Dipenderà da quanto andiamo veloce con le vaccinazioni. Mi preoccupano molto al momento i non vaccinati dai 40 o dai 50 in su, per loro il rischio di complicazioni gravi è più alto».
GREEN PASS E TERAPIE ANTI COVID
Nel corso dell’intervista è intervenuto anche sul tema della durata del Green Pass: «Se la riducessimo a sei mesi per i vaccinati sarebbe una misura di garanzia, ma molta gente non potrebbe usarlo: tanti hanno ricevuto la seconda dose da più di sei mesi. Nove mesi è un buon compromesso, contando anche i mezzi e le risorse disponibili per le vaccinazioni». Lo trova d’accordo anche l’ipoteso del Super Green Pass: «È una misura di tutela, chi frequenta dei luoghi per piacere o per l’attività ludica mette a rischio gli altri se non vaccinato. Può tranquillamente stare a casa». Ma un tema caro a Giorgio Palù è anche quello delle terapie anti Covid. «Si parla sempre di vaccini in ottica preventiva, ma anche i mezzi terapeutici sono molto importanti. A breve l’Aifa si esprimerà sui due composti di Merck e Pfizer in grado di inibire enzimi essenziali per la replicazione del virus».