La variante “Covid” inglese ha acceso il dibattito presso la comunità scientifica. Riconosciuta pochi giorni fa tra Londra e il sud-est della Gran Bretagna, ha chiamato in causa diversi casi isolati, compresa la coppia italiana di rientro dall’Inghilterra. Intervenuto ai microfoni de La Stampa, Giorgio Palù ha parlato di allarmismo ingiustificato: «Lo definirei un eccesso di prudenza, figlio di una visione allarmistica della pandemia. Dal prototipo di Wuhan sono già avvenute migliaia di mutazioni, che ci consentono di tracciare l’evoluzione del viruse classificare i diversigenotipi, che hanno un unico progenitore. Finora nessuna di queste mutazioni è stata correlata con un aumento della virulenza, cioè con una capacità del virus di fare più male, di uccidere di più».
Il presidente dell’Aifa ha spiegato che ci troviamo di fronte a mutazioni che fanno crescere la contagiosità del virus, sottolineando che servirebbe uno studio sull’infettività virale in presenza/assenza di anticorpi specifici. Solo a quel punto ci si potrà esprimere sui rischi di questa variante Covid inglese. E Palù ha tenuto a rimarcare: «Anche per quanto riguarda l’efficacia dei vaccini, ma non c’è prova che il virus sfugga al controllo degli anticorpi».
VARIANTE COVID INGLESE, GIORGI: “VACCINO ANCORA VALIDO”
Sulla variante Covid inglese si è espresso anche Federico Giorgi, genetista dell’Università di Bologna. L’esperto ha evidenziato che questa mutazione del SarsCov2 è allo studio da ottobre, considerando che circolava già in Usa e Australia, oltre che nel Regno Unito. E, come Palù, si è detto fiducioso sull’efficacia del vaccino anti-Covid basato sulle sequenze di virus di gennaio/febbraio: «Ritengo di sì. La proteina spike è costituita da 1.250 mattoncini, gli amminoacidi. E la mutazione M501Y rappresenta un solo mattoncino. In genere non basta a renderlo inefficace. Il vaccino addestra il sistema immunitario a riconoscere la proteina spike intera. Una singola mutazione, e di questo particolare tipo, non influenza la forma molecolare e chimica della spike in maniera significativa». Qualche cambiamento è invece previsto per il tampone molecolare: «Il test molecolare si basa sul riconoscimento del Rna del virus. Quindi una singola mutazione può cambiare l’esito del test. Per questo bisogna aggiornarli continuamente in base alle mutazioni individuate».