Il professor Giorgio Palù, stimato virologo a capo dell’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco, è stato intervistato stamane dal programma di Rai Uno, Uno Mattina, per affrontare il tema della carenza di farmaci che sta interessando in queste ultime settimane numerosi Paesi europei, compresa l’Italia. In realtà, stando a quanto raccontato in diretta televisiva sul primo canale dal noto camice bianco, il problema nel nostro Paese non sembrerebbe essere così grave, in quanto si tratterebbe di circa 300 farmaci carenti per cui però esistono i cosiddetti equivalenti. Secondo Giorgio Palù è quindi più un problema di disinformazione e nel contempo di comunicazione.



“A cosa è dovuta questa carenza di farmaci? – le parole di Giorgio Palù ad Uno Mattina – aumento dei costi da una parte ma anche un picco di domanda per farmaci stagionali e la polarizzazione su pochi molecole, si è creata una carenza di rimbalzo, e anche l’accaparramento dei pazienti preoccupati di non trovarli in farmacia”. Poi Giorgio Palù ha proseguito: “In realtà si tratta di farmaci per cui in larga misura esistono farmaci equivalenti, con la stessa molecola, quindi c’è un limitato a ricorso ai farmaci equivalenti. Ne mancano 300 ed in particolari antiinfiammatori, becometlazone, alcuni antibiotici e farmaci aintinfluenzali”.



GIORGIO PALU’ E LA CARENZA DI FARMACI: “E’ UNA DISTORSIONE…”

“C’è stato anche una distorsione mediatica, si è parlato anche di antitumorali ed una distorsione che nasce dal fatto che non si fa attenzione al fatto che non è una carenza reale ma sono farmaci usciti dal commercio oppure per cui esistono gli equivalenti”.

Il professor Giorgio Palù, ha quindi proseguito e concluso: “Le crisi ci devono affrontare come affrontarle, prendiamolo come un momento educativo: due gli aspetti principali, informazione e formazione prima di tutto. C’è un sito dell’Aifa dove si registra il farmaco carente e altre informazioni, ci deve essere maggiore interazione fra medici e farmacisti. Poi c’è un aspetto politico nel medio e lungo periodo. Negli Usa ha già stabilito una catena dei rifornimenti”.