Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia Italia del Farmaco (l’Aifa), ha recentemente rilasciato un’intervista per Libero, nella quale ha parlato, come spesso accade, del covid, ma anche della proposta europea, mossa dell’Irlanda, di etichettare le bottiglie di vino come viene fatto con le sigarette, evidenziandone gli effetti dannosi per la salute. Partendo proprio dal vino, spiega che “la salute è una questione olistica, dipende dalla genetica, dall’ambiente” e da parecchi altri fattori.
In particolare, Palù ci tiene a sfatare “certe affermazioni sugli effetti dannosi del vino” alla base della proposta dell’Irlanda. “Mi pare ci stiamo suicidando di politicamente corretto“, spiega, “inseguiamo totem e pregiudizi individuali che ci creiamo senza fondamenti scientifici” con l’esito di rinnegare “la nostra storia e le nostre tradizioni. Combattere il vino è un po’ come disconoscere la nostra storia, le basi della nostra cultura artistica, letteraria, musicale perfino quell’identità religiosa”. Per Palù, infatti, appare ovvio che il vino dannoso sia solo “questione di dosi. Esso contiene, oltre all’alcol,alcuni preziosi elementi nutrizionali dotati di effetti farmaceutici benefici”, mentre di contro “gli studi che lo giudicano letale anche in piccole quantità, sono osservazionali, non hanno la dignità scientifica di studi controllati, prescindono, causa pregiudizi”.
Palù: “Covid? I vaccini ci hanno salvato”
Passando oltre al fino, Giorgio Palù ha voluto sottolineare che nell’ambito del covid “i vaccini hanno salvato almeno venti milioni di vite nel mondo” sostenendo che “gli unici farmaci antivirali specifici in grado di contrastare l’infezione (..) non sarebbero mai stati disponibili e utilizzabili su larga scala” come invece è avvenuto per i vaccini che “ha fermato la diffusione della pandemia e ha significativamente ridotto le forme gravi di malattia e la letalità”.
Gli errori, tuttavia, in pandemia non sono mancati neppure secondo l’opinione di Palù, ma sottolinea anche che non era possibile non farli “di fronte ad un coronavirus geneticamente diverso da quelli della Sars e della Mers che l’avevano preceduto e che causava una nuova malattia”, mentre ora l’importante “è non ripeterli”. Mancava, secondo il presidente dell’Aifa “il piano pandemico” del quale “dovremmo dotarci” al più presto, ma secondo Palù sarebbe anche servito un “coordinamento delle operazioni in capo allo Stato” a differenza della gestione lasciata alle regioni.