La sua stella ha preso luce con l’iconica esperienza sul set di Baywatch; negli anni a seguire si è messa in evidenza nel mondo del cinema spesso dividendo anche l’opinione pubblica per alcune sue scelte personali. Stiamo parlando di Pamela Anderson che, di recente, ha lanciato sul mercato la sua autobiografia che racchiude i momenti cruciali non tanto della sua carriera ma del suo percorso di vita in generale. L’attrice ha menzionato anche i momenti più dolorosi, senza dimenticare gli aspetti che riguardano l’estetica ben fotografata dalla scelta odierna di mostrarsi senza paura in tutta la sua naturalezza.
Oggi è una donna rinnovata, più consapevole e meno insicura; in passato Pamela Anderson – come racconta Leggo – ha però dovuto vivere l’incubo delle etichette, arrivando quasi ad odiare il suo stesso nome. “Non mi piace anche solo sentire il mio nome; mi riporta alla mente situazioni spiacevoli. Mi vivo quasi come uno stereotipo e per riuscire a liberarmene ho dovuto lavorare duro, perchè sono una donna”.
Pamela Anderson: “Mio padre era un forte bevitore…”
Pamela Anderson, sia nel libro che in alcune interviste del tempo, ha spesso raccontato anche delle turbolenze familiari e del rapporto con i suoi genitori; un’infanzia difficile che inevitabilmente l’ha segnata. “Mio padre era un forte bevitore e mia madre ha trovato un modo per gestire la situazione in qualche maniera. Io incolpavo anche lei perchè continuava a restare in quel tipo di relazione; ci sono stati momenti in cui volevo che se ne andasse”. Spazio poi al tema dell’estetica, al cambiamento che oggi il mondo elogia senza remore: “Non ho niente contro il trucco ma sentivo che mi stava meglio quando avevo 20 anni; quando arrivi a 50 ti trovi davanti a bivio e ti chiedi: ‘Voglio inseguire la giovinezza, voglio essere felice oppure voglio accettarmi per quello che sono? A prescindere da dove ti trovi è fondamentale nel percorso di bellezza accettarsi per come si è. Io sto vivendo un grande momento accettando le mie cicatrici o le mie imperfezioni”.
I momenti bui, quando si vive una notorietà dominante, sono comunque da mettere in conto: “Non so se sono mai stata depressa clinicamente ma so che posso vivere e gestire momenti di grande emotività e giornate buie senza per questo prendere percorsi oscuri”. Si racconta così Pamela Anderson, come riporta Leggo, che ha anche avuto una grande amicizia con la compianta Amy Winehouse confessando di aver rischiato di prendere una deriva simile: “Ho ancora il suo biglietto nella tasca della giacca ma ciò che mi ha salvato la vita, lo dico anche se so bene che non bisognerebbe mai caricare sulle loro spalle una responsabilità del genere, sono stati i miei ragazzi. senza di loro non avrei potuto essere forte come sono stata”.