Hanno abusato di lei, sfruttata nel suo momento di sbandamento dovuto alla dipendenza da sostanze stupefacenti e in fuga dalla comunità e dalla sua famiglia, ma non si può indagare su di loro perché manca la querela della vittima, ovvero Pamela Mastropietro. È incredibile l’epilogo che prende il filone dell’inchiesta che indagava su due uomini che ebbero a che fare con la 18enne romana prima che lei si “consegnasse” al suo carnefice Innocent Oseghale, condannato all’ergastolo a Macerata il 29 maggio 2019. «Abusata due volte, il giorno prima di essere drogata, stuprata, ammazzata e fatta a pezzi da altri», scrive il Messaggero nel dare la notizia dell’archiviazione dell’inchiesta sugli uomini che il 29 gennaio 2018 incontrarono in due momenti diversi la giovane inerme Pamela. Si tratta di un 50enne di Mogliano che diede un passaggio in auto alla bella 18enne dopo che si allontanò dalla comunità Pars di Corridonia e del tassista di origini argentine che secondo le indagini l’avrebbe ospitata a casa sua la notte prima del tremendo omicidio.
ARCHIVIATA INDAGINE PER STUPRO SU PAMELA MASTROPIETRO
«La motivazione è il difetto di querela che, essendo maggiorenne, solo Pamela avrebbe dovuto presentare», ha spiegato allibito lo zio e avvocato di famiglia Mastropietro, Marco Valerio Verni ai media dopo l’archiviazione dell’indagine. Insomma, non si può investigare sull’eventuale abuso-stupro dei due uomini fino a ieri indagati perché manca la querela della ragazza, nel frattempo drogata, uccisa e fatta a pezzi solo 24 ore dopo il doppio incontro con il 50enne e il tassista. «Nessun altro, né l’amministratore di sostegno, né la nonna o un eventuale curatore speciale, avrebbe potuto farlo se non lei stessa, uccisa però in via Spalato il giorno dopo la violenza», spiega ancora l’avvocato a Repubblica.
Purtroppo la decisione era nell’aria in quanto tecnicamente inappellabile: «la storia di mia nipote ha dimostrato di essere uno sfortunatissimo ‘unicum’. Quante volte capita che una persona, vittima di un presunto reato, muoia il giorno successivo per altri fatti ancora, senza aver avuto né il tempo né il modo di sporgere la relativa querela?». Tra l’altro, conclude ancora il legale Verni, il giudice per le indagini preliminari non ha ancora escluso che Pamela Mastropietro potesse essere in condizioni di «inferiorità psichica e che queste potessero essere riconoscibili da chiunque avesse avuto un approccio con lei, ma ha respinto l’ipotesi che la stessa Pamela potesse trovarsi in uno stato tale da configurare il presupposto per una eventuale omissione di soccorso che avrebbe, invece, nella nostra ottica, potuto permettere di superare l’ostacolo tecnico riguardante il difetto di querela per la violenza sessuale».