Negli ultimi 7 anni la madre di Pamela Mastropietro non ha mai smesso di cercare la verità su quello che è accaduto alla figlia il 30 gennaio del 2018, arrivando – in più occasioni – anche a manifestare la sua volontà di incontrare l’unico condannato all’ergastolo per il violento omicidio Innocent Oseghale per farsi raccontare faccia a faccia l’enorme dolore che ha dovuto sopportare la figlia 18enne in quella terribile notte, tutto al fine di scoprire chi era i suoi complici: appelli – quelli della madre di Pamela Mastropietro – che fino ad ora sono rimasti del tutto inascoltati da chi di competenza, ma che sono finiti anche al centro di una breve intervista rilasciata dalla donna lo scorso settembre al Corriere ripubblicata proprio a due passi dall’anniversario della morte della ragazza.
Partendo dal principio, è bene ricordare che Pamela Mastropietro il 29 gennaio del 2018 si allontanò dalla comunità di recupero nella quale era stata ricoverata per disintossicarsi dalla droga, venendo poi trovata a pezzi all’interno di due valige nella notte tra il 30 e il 31 gennaio: dopo le rapidissime indagini, finì in manette Innocent Oseghale che nella sua abitazione conservava i vestiti ancora sporchi di sangue della 18enne; poi condannato – in via definitiva – all’ergastolo, con la Corte che ha escluso la presenza di qualsiasi complice e lui che continua a dire di non aver preso parte all’omicidio ma solo all’occultamento del cadavere.
La madre di Pamela Mastropietro: “Oseghale puà aiutare a fermare i mostri che sono ancora a piede libero”
Proprio dalla posizione di Oseghale prende il via l’intervista alla madre di Pamela Mastropietro che al Corriere ci ha tenuto a mettere fin da subito in chiaro che se l’uomo “è davvero pentito come ha detto” il minimo che potrebbe fare è “tirare fuori tutta la verità“, soprattutto perché ormai “non ha più nulla da perdere”: dal conto suo – infatti – le intercettazioni dimostrano chiaramente che sulla scena del crimine ci fossero altre persone, tra “Lucky Awelima che tocca il corpo di mia figlia con la plastica per non lasciare impronte digitali” e – forse soprattutto – gli “altri due Dna” trovati dagli inquirenti.
“Io sono certa – spiega sempre la madre di Pamela Mastropietro – che ci sono altri mostri là fuori, che possono far male a ragazza come Pamela” e dal conto suo solamente Oseghale “può aiutare a fermarli” raccontando una volta per tutte l’intera verità di quella terribile notte: questo gli chiederebbe se solo il tribunale, il carcere e i legali le accordassero le richiesta di incontrare il killer, sottolineando – questo, lo ripetiamo, a settembre – che “gli avvocati sono d’accordo” e mancherebbe solo una data da parte del direttore del penitenziario.