La madre di Pamela Mastropietro, Alessandra Verni, ospite di Paolo Del Debbio a Dritto e rovescio nella puntata del 14 aprile, ha ripercorso il dramma della figlia 18enne, uccisa e fatta a pezzi a Macerata nel 2018, e ha ribadito la sua intenzione di non fermarsi nella battaglia per avere piena giustizia e verità sull’omicidio. In carcere, condannato all’ergastolo in via definitiva, c’è il nigeriano Innocent Oseghale che non ha mai confessato – sostenendo anzi che la ragazza fosse morta per overdose a casa sua -, ma la mamma insiste e non si arrende: “Riaprite le indagini, ci sono altri complici e mi batterò per trovarli“.
Alessandra Verni ha aggiunto quanto segue in trasmissione: “Il perdono? È la conseguenza di un pentimento, e Oseghale non si è mai pentito e non ha mai fatto i nomi“. Pamela Mastropietro fu brutalmente uccisa dopo essere stata violentata, il corpo fatto a pezzi e abbandonato sul ciglio di una strada all’interno di due trolley. Secondo sua madre, lo Stato ha una responsabilità gravissima nell’accaduto perché Innocent Oseghale, prima del delitto, era destinatario di un provvedimento di espulsione mai eseguito e sul quale nessuno avrebbe vigilato a dovere. Un aspetto che oggi, quando sono trascorsi 6 anni dall’atroce fine della giovane Pamela Mastropietro, è centrale nelle critiche che Alessandra Verni muove ad un sistema di controllo e prevenzione spesso insufficiente.
Pamela Mastropietro uccisa e fatta a pezzi a Macerata, la mamma Alessandra Verni: “Non fu solo Oseghale, ci sono altri responsabili”
Alessandra Verni ha deciso di non mollare e di combattere per assicurare alla giustizia anche chi, secondo il suo parere, ha avuto un ruolo nella morte della figlia Pamela Mastropietro oltre al nigeriano Innocent Oseghale ma è rimasto fuori, libero di circolare e, forse, di uccidere ancora. Per la donna, non ha fatto tutto da solo, come già dichiarato in alcune interviste sull’omicidio della figlia 18enne. Il caso, per la famiglia della vittima, non è affatto chiuso con la condanna definitiva all’ergastolo inflitta a Oseghale: “Se sei davvero pentito devi fare gli altri nomi. Fino a quando non verrà fuori la verità, il perdono sarà impossibile“. In una lettera, il nigeriano scrisse alla donna che provava il suo stesso dolore, “ma non è pentito, noi sappiamo che c’erano altre persone“, ha sottolineato Alessandra Verni che chiede la riapertura delle indagini per trovare i complici.
“Ho scoperto quello che era accaduto a mia figlia dalla radio – ha raccontato la donna –, mentre stavo al lavoro. Le notizie dicevano che la ragazza fatta a pezzi potesse essere Pamela, poi vennero i carabinieri al negozio a confermarmelo, la sera“. Era il 30 gennaio 2018 e il cadavere di Pamela Mastropietro, orrendamente sezionato, fu trovato in due valigie. “Oseghale – ha aggiunto Alessandra Verni – fa parte di un’organizzazione criminale e già in Nigeria aveva compiuto certi delitti, poi è venuto in Italia con il barcone, ha comunque commesso reati anche qui, aveva un decreto di espulsione però stava ancora qui. Chi doveva controllare?“.