Dopo poco meno di otto mesi dalla condanna in via definitiva da parte della Cassazione di Innocent Oseghale e a sei anni di distanza dall’omicidio della 18enne Pamela Mastropietro, la madre Alessandra non è ancora disposta a darsi per vinta e rilancia il suo più volte auspicato desiderio di incontrare l’assassino di sua figlia in una sorta di percorso di giustizia riparativa che non si tradurrà in alcuno sconto di pena per il nigeriano: l’appello è stato lanciato dalle pagine del quotidiano Il Messaggero che ricorda anche che la madre di Pamela Mastropietro ha più volte cercato di incontrare il killer, sia nelle aule di tribunale che attraverso una lettera rimasta senza risposte.



“Andrò a Ferrara – promette immediatamente – dove è rinchiuso Oseghale” perché è certa che guardandolo in faccia lui non riuscirà a tenere ancora nascosta “la verità” che da anni spera di conoscere: “Spero – spiega – che davanti a una mamma possa dire di più” rispondendo alle tante “domande da madre” che da troppi anni si tiene dentro e chiudendo – almeno figurativamente – il caso del violentissimo omicidio di Pamela Mastropietro.



Una richiesta che – dopo tante insistenze – ha finalmente ottenuto “l’assenso da parte degli avvocati” e che le permetterà di “affrontare il dolore, guardarlo in faccia” e mostrarlo anche direttamente a chi l’ha causato chiedendogli un semplicissimo “perché: mi aspetto che mi dica la verità, ma quella vera”, specialmente su quei presunti complici dell’omicidio di Pamela Mastropietro che lei non ha mai smesso di citare e di chiedere che vengano individuati ed assicurati alla giustizia.

La madre di Pamela Mastropietro: “Se Oseghale è veramente pentito, che lo dimostri incontrandomi”

Tornando indietro nel tempo fino al 2018 – infatti – si ricorderà che il corpo di Pamela Mastropietro fu trovato qualche giorno la sua scomparsa da un centro di recupero di Macerata nel quale era finita: in stazione – si è poi ricostruito a processo – avrebbe incontrato il suo carnefice che con una scusa mai precisata l’avrebbe condotta altrove per poi ucciderla, smembrarla e lasciarne i resti all’interno di alcune valige poi individuate dagli inquirenti.



Una perdita che ha causato alla madre di Pamela Matropietro “una ferita incolmabile [che] le parole non possono descrivere” e che solamente capendo “perché e come è arrivato a compiere un atto così terribile” si potrebbe in minima parte alleviare: “Spero – conclude – che da questo incontro possa emergere un barlume di umanità e verità” per una persona che non cerca alcun tipo di “vendetta”, ma solamente “verità, giustizia e pace” e che ora vuole capire quanto sia effettivo “vero il suo pentimento”.