A Dritto e Rovescio vi era ieri sera la mamma di Pamela Mastropietro, la povera ragazza brutalmente assassinata e stuprata da Oseghale, in carcere per l’omicidio, condannato all’ergastolo: ha violentato la ragazza e poi l’ha uccisa e fatta a pezzi, mettendola in una valigia. La madre della giovane ha voluto incontrare nelle scorse settimane proprio il carnefice della figlia e parlando con Paolo Del Debbio ha raccontato come è andato questo vis-a-vis decisamente sui generis.
“Ho voluto incontrarlo dopo 7 anni perchè già nelle varie udienze cercavo un suo sguardo e cercavo di interagire con lui ma per noi famigliari di vittime è impossibile parlare. Nelle udienze non mi ha mai guardato negli occhi”.
“Han cercato di farmi cambiare idea in famiglia? Sì, io ci sono voluta andare perchè devi affrontare chi ha causato il dolore che porti dentro, guardarlo in faccia. Io questo incontro l’ho voluto fortemente e anche lui ha consentito di incontrarmi ma per donargli la possibilità di pentirsi e donare a me stessa la possibilità di dire ciò che pensavo. Lui non denuncia i nomi dei suoi complici e chi paga i suoi avvocati”.
“Io sono andata come era vestita Pamela Mastropietro l’ultimo giorno, e l’ho fatto per arrivare al cuore di Oseghale, per smuoversi. Non so se si è smosso, io sono uscita da quell’incontro con il sorriso perchè ci siamo comportati civilmente, a differenza invece delle varie udienze dove c’è stato qualche scontro, ma non ci siamo dati la mano. L’incontro è avvenuto nel parlatorio in carcere e appena l’ho visto mi è salita la rabbia, ma bisogna saperle gestire”.
PAMELA MASTROPIETRO, LA MAMMA: “ECCO COME E’ ANDATO L’INCONTRO”
E ancora: “Le prime parole le ha dette lui, mi ha saluto “buongiorno signora Alessandra”, senza tendermi la mano e io non l’ho salutato senza porgergli la mano. Dopo di che ci siamo seduti, dovevo iniziare a parlare, ma visto che non sono razzisti a differenza sua, quando disse “una bianca da stuprare”, ho preferito che iniziasse lui a dare la sua versione che è la stessa che risulta agli atti. Verso la fine del colloquio si è inginocchiato per chiedere scusa ma non le ho accettate. All’incontro prima ha parlato lui e io dovevo stare in silenzio, poi viceversa; in questo incontro c’erano tre mediatori e li devo ringraziare perché hanno gestito questo incontro in maniera impeccabile ed eccellente”.
E ancora: “Oseghale non ha avuto momenti di pianto o di rabbia, mi ha guardato negli occhi, ci sono stati momenti che ha abbassato lo sguardo soprattutto a domande specifiche. Gli ho chiesto di dirmi i particolari di come ha fatto a pezzi mia figlia. Ha iniziato dai piedi che però erano attaccati al polpaccio, quindi se fosse vera questa versione ha ragione il pentito di mafia che disse che Oseghale ha iniziato a fare a pezzi Pamela Mastropietro da viva. Dopo i pedi è passato alla testa ha detto, la decapitazione. Ma in udienza ad Ancona aveva detto di aver iniziato dalla testa… poi gli ho chiesto cosa le aveva fatto ancora ma silenzio totale”.
PAMELA MASTROPIETRO, LA MAMMA: “HO VOLUTO INCONTRARE OSEGHALE PERCHE’….”
“Perchè ho fatto questo? Voglio portare gli altri mostri davanti alla legge, c’è una comunità in pericolo e lo vediamo tutti i giorni. Qui c’è la mafia nigeriana ma lui è stato indagato come singolo e invece c’è una organizzazione criminale. L’ho fatto per Pamela, merita giustizia e lo sto facendo per tutte le vittime che purtroppo una certa politica e una certa organizzazione femminista vogliono far dimenticare, vittime uccise da una immigrazione clandestina e incontrollata”. Ha paura la mamma di Pamela Mastropietro che Oseghale possa avere qualche permesso premio? “Io spero di no ma farò di tutto che ciò non accada”.
La mamma ha proseguito: “Quando vedo le amiche di Pamela mi sembra di stare con lei – lo dice dopo un servizio in cui si è commossa – rivivo i ricordi quando stavano a casa e mi fa bene. E poi c’è Pamela, quando ci ritroviamo… anche all’incontro c’era anche lei”. Ma che sentimento prevale ancora? “Il senso di ingiustizia lo percepisco ancora, non solo nei confronti nostri ma anche in generale, si va più a favore dei delinquenti che delle vittime. Io chiedo sempre a Pamela una mano, tutti i giorni e con tutto quello che sto passando se ancora non mi fanno morire un motivo c’è, devo arrivare in fondo”. Del Debbio ha chiosato: “La vita a volte è anche generosa e quindi ti darà il tempo e le energie per portare avanti questa battaglia”.