Non si è ancora chiusa la lunga ed inricata vicenda processuale per la violenta morte di Pamela Mastropietro che dopo poco meno di un anno dalla condanna definitiva a carico di Innocent Oseghale all’ergastolo tornerà ancora una volta sui banchi della Cassazione per un nuovo (il secondo) ricorso straordinario a parte dei legali che assistono l’uomo – Simone Matraxia e Umberto Gramenzi -: l’obiettivo è quello di smentire una volta per tutte la tesi che Oseghale abbia praticato una violenza sessuale a Pamela Mastropietro prima di ucciderla, ottenendo così un qualche sconto all’attuale condanna all’ergastolo legata – oltre che ovviamente all’omicidio e all’occultamento del corpo della 18enne – anche a quella violenza sessuale.
Tornando brevemente indietro nel tempo, vale la pena ricordare che Pamela Mastropietro il 29 gennaio del 2018 si allontanò volontariamente dalla comunità di recupero per tossicodipendenti di Macerata facendo perdere le sue tracce fino al giorno successivo in cui venne trovata a pezzi all’interno di due valige abbandonate a bordo strada: le indagini presto strinsero il cappio attorno ad Oseghale che – secondo la ricostruzione fatta nei processi – attirò la ragazza all’interno della sua abitazione con la scusa di venderle della droga, per poi stuprarle, ucciderla e chiuderne i resti dentro alle valige in cui vennero ritrovati.
Una ricostruzione che fino ad oggi è sempre stata fermamente contestata dallo stesso Oseghale che ha sempre continuato a dirsi innocente sia per l’omicidio di Pamela Mastropietro – pur confermando di aver aiutato a smembrarne il corpo – sia (e soprattutto) della violenza sessuale: proprio su quest’ultimo punto verterà il nuovo appello, basato sul fatto che “la Corte – spiega Matraxia ad Adnkronos – sostiene che abbia ritardato la cessione della droga affinché entrasse in casa sua”, mentre in realtà “non è stato Oseghale a dare la droga” limitandosi a fare “da tramite” al venditore.
La mamma di Pamela Mastropietro: “Mi sembra di rivivere tutto il dolore provato in questi anni”
Quello che potrebbe sembrare un semplice vizio di forma – insomma – potrebbe riaprire il caso dell’omicidio di Pamela Mastropietro facendo di fatto cadere l’accusa di violenza sessuale ai danni della 18enne, permettendo al nigeriano di ottenere la revoca all’ergastolo: una circostanza che (prevedibilmente) non è stata ben accolta dalla madre della ragazza – Alessandra Verni – che sempre ad Adnkronos ha espresso il suo disappunto per la completa assenza di “rispetto per le vittime e per le famiglie delle vittime”.
Il ricorso secondo la madre di Pamela Mastropietro “non è giusto” e la sua ferma speranza è che la Cassazione decida si rispettare “il dolore e tutta la violenza che ha vissuto Pamela quel giorno” mostrando un minimo di “rispetto” anche per “noi familiari”: dal conto suo – infatti – la donna spiega che “io sto pagando con la salute questo dolore“, ricordando che “il papà di Pamela è morto lo scorso anno“; riferendosi poi al ricorso come di una brutta retromarcia su quella difficile strada che sperava di essersi lasciata definitivamente alle spalle. Comunque sia, la Cassazione ha dato il via libera alla discussione sulla riapertura delle indagini e il prossimo 16 di gennaio i legali di accusa e difesa dovranno comparire in udienza.