Mentre la curva dei contagi Covid comincia a decrescere, dopo settimane in cui c’è stato un netto aumento dei casi nonostante l’arrivo della bella stagione, il coronavirus continua a preoccupare. Nonostante appunto i numeri in diminuzione e la pressione meno forte sugli ospedali, gli esperti sono preoccupati dal “Long Covid”, ovvero la persistenza di alcuni sintomi anche a distanza di tempo dalla negativizzazione. Secondo l’OMS, almeno un quarto della persone che hanno contratto il Covid continua a manifestare sintomi anche dopo la guarigione e addirittura dopo quattro o cinque settimane.



I sintomi più diffusi, spiega TGCOM24, sono astenia, dolore osseo e di vario genere, difficoltà a concentrarsi e problemi di memoria. Dunque non più febbre o raffreddore ma comunque strascichi dovuti appunto al Covid. L’Iss ha ricevuto un finanziamento proveniente dal ministero della Salute per far sì che una serie di centri clinici vengano adibiti per affrontare questa malattia, che vede appunto conseguenze del Covid anche dopo mesi dalla guarigione.



Long Covid fino ad un anno

Secondo uno studio proveniente dalla Gran Bretagna, la persistenza dei sintomi arriverebbe addirittura a 12 settimane dall’infezione. Le percentuali sarebbero inoltre molto alte: questo avverrebbe nel 13% dei casi. Secondo l’Università di Milano e l’Istituto Mario Negri, si potrebbe arrivare persino ad un anno nelle persone che hanno contratto la malattia in modo più grande. La ricerca sul Long Covid ha infatti preso in esame solo pazienti che hanno contratto la malattia in maniera più grave. Nei pazienti ospedalizzati, i sintomi arrivano fino ad un anno.



Roberto Catalini, direttore dell’Unità di Medicina Interna all’ospedale di Macerata, ha spiegato a Il Resto del Carlino: “Il sintomo sicuramente più diffuso è l’astenia, una pesante sensazione di stanchezza e affaticamento, molto più evidente rispetto a quella che pure si presenta in altre malattie virali. Persone che non riescono più a fare quello che facevano prima. Ma ci sono effetti che durano molto a lungo e possono diventare cronici, specie in chi ha contratto la malattia con associata una polmonite che, non di rado, provoca una fibrosi con un danno permanente. Così, tanto per fare un esempio, abbiamo avuto pazienti relativamente giovani, quarantenni e cinquantenni che prima della malattia andavano spesso in bicicletta e che, dopo la guarigione, non riescono ad affrontare salite anche lievi”.