Ilaria Capua, virologa della Johns Hopkins University di Bologna, è intervenuta nel corso della trasmissione “Cinque minuti” di Rai Uno, condotta da Bruno Vespa e andata in onda mercoledì 8 marzo 2023. L’esperta ha risposto alla domanda circa il rischio di una pandemia di aviaria, asserendo: “C’è situazione molto critica che riguarda tutto il mondo e gli allevamenti agricoli e selvatici. Questo fa sì che ci sia moltissimo virus in giro. Il salto all’uomo già avviene, ma il problema emerge se i virus aviari si accoppiano con virus umani e creano virus che mantengono la loro aggressività e la trasmissibilità dei virus umani”.
Per difenderci, secondo Ilaria Capua, dobbiamo “mettere sotto controllo la malattia degli animali. In Italia esiste il laboratorio di emergenza europeo per questa malattia, a Padova, che sta lavorando in sinergia con gli altri laboratori europei per sviluppare sistemi in tal senso”.
ILARIA CAPUA: “DOBBIAMO INVESTIRE NELLA RICERCA”
Peraltro, Ilaria Capua fu la prima ricercatrice a isolare il virus dell’aviaria e condividerlo con i colleghi di tutto il mondo. Tuttavia, una sua uscita – secondo la diretta interessata male interpretata – relativa agli scienziati ‘trafficanti di virus’ le costò un’indagine: “Io credevo e credo ancora che la soluzione a questi problemi si basi sulla collaborazione e sulla conoscenza di cosa accade nel mondo animale e in quello virologico umano – ha spiegato la professoressa –. Questa indagine mi ha stravolto carriera e vita, ma sono stata assolta perché il fatto non sussiste. Bisogna avere la forza di trasformare questi errori in opportunità: andai quindi negli Stati Uniti d’America per recuperare credibilità e serenità. Il Covid e tutta la comunicazione su tali argomenti hanno fatto sì che l’Italia si sia resa conto di avere perso una ricercatrice del settore”.
Delle scorse ore è la notizia di un’indagine a carico di tre ministri della Sanità – Grillo, Speranza e Lorenzin -per non avere attuato il piano pandemico. Ilaria Capua ha asserito: “Il piano pandemico era stato messo in atto già per l’aviaria, che era stata però ridicolizzata. Quindi, tanti Paesi hanno disinvestito nella prevenzione. Dobbiamo ricordarci, invece, che queste cose accadono e credere nella ricerca, aiutando gli istituti che si occupano della diagnosi delle malattie”.