La pandemia  ha provocato una “seconda crisi di mezza età” negli over 50, tale è stato l’impatto sulla salute mentale delle persone. In particolare, il picco di ansia durante il primo anno di pandemia era più alto per le donne che per gli uomini in tutti i gruppi di età, ampliando le preesistenti disuguaglianze di genere in tema di salute mentale. Lo hanno scoperto i ricercatori della University College London e del King’s College London, che hanno analizzato i dati raccolti nel corso di quattro decenni relativi a 16.000 adulti di origine britannica e si sono così accorti che i nati nel 1946 manifestavano livelli di disagio psicologico simili al precedente picco, verificatosi all’inizio dei 50 anni, la ben nota “crisi di mezza età”.



Lo squilibrio nell’impatto della pandemia sulle donne rispetto agli uomini si può spiegare con “una diversa ripartizione delle responsabilità domestiche e delle responsabilità di cura durante il lockdown – ha illustrato al Guardian il dottor Darí o Moreno-Agostino, autore principale del report – Gli studi sembrano suggerire un aumento della violenza di genere e negli abusi, nonché ulteriori ristrettezze finanziarie, anche perché ci sono prove che dimostrano che le donne si sono trovate in situazioni più precarie rispetto agli uomini. Per esempio, dal punto di vista lavorativo, più operatori nell’ambito dell’assistenza – tipicamente donne – sono stati esposti a maggiori difficoltà rispetto ad altre professioni“.



La pandemia e la “seconda crisi di mezza età”: ansia e depressione mai così dilaganti

Seconda crisi di mezza età, è uno dei molteplici effetti della pandemia sulla salute mentale che, ancora una volta, colpisce di più le donne rispetto agli uomini. Nel 2021, i ricercatori dell’Università del Queensland hanno scoperto che ansia e depressione sono aumentate drasticamente a livello globale nel 2020. Nell’aprile 2021, il Royal College of Psychiatrists ha osservato un forte incremento delle malattie mentali. Nel febbraio 2022, i dirigenti del Servizio Sanitario Nazionale hanno lanciato l’allarme per l’abbattersi di una “seconda pandemia” di depressione, ansia, psicosi e disturbi alimentari.



L’aggravarsi della salute mentale a livello globale in futuro potrebbe comportare una maggiore pressione sui servizi sanitari nazionali. “C’è la questione della resilienza, ma sappiamo che ansia e depressione sono le principali cause di malattia in tutto il mondo” ha spiegato al Guardian Moreno-Agostino, sottolineando come “il fatto che stiamo osservando un nuovo inaspettato picco di problemi di salute mentale che possono portare a queste tendenze a lungo termine è profondamente preoccupante“.