Con la pandemia ancora in atto e che in una regione come la Lombardia continua a crescere e a mietere vittime, si comincia per forza di cose a pensare agli scenari con cui dovremo convivere in futuro. Il sito spagnolo infocatolica.com, paese in cui il coronavirus ha colpito come in Italia con migliaia di vittime, offre una interessante quanto preoccupante disanima dello scenario futuro intervistando il sociologo Javier Barraycoa, che offre una analisi delle principali conseguenze che la pandemia avrà sulla società. Discorso che vale anche per il nostro paese. Barracoya spiega innanzitutto come l’errore principale dei paesi occidentali sia stato pensare che questo tipo di epidemie appartenessero al passato, mentre tanti esperti avevano avvisato che non era così. “Italia e Spagna stanno resistendo” dice “ma al costo di ipotecare la vita di future generazioni. Una seconda ondata del virus non sarebbe possibile sostenerla rivelando che lo stato sociale è una farsa insostenibile”. Spiega poi come le ordinanze di confinamento e isolamento e le punizioni per chi non le rispetta siano i segnali di un autoritarismo in atto: “Dobbiamo distinguere tra autorità e autoritarismo. Paesi disciplinati come la Svezia, l’Olanda e il Giappone non hanno fatto ricorso a un rigido confinamento fino ad ora. Il motivo è che riconoscono l’autorità e obbediscono senza che lo stato abbia un sistema di controllo completo in atto. Credo che il confinamento che stiamo vivendo in molti paesi stia creando il contrario. Ci stiamo abituando a due tipi di isolamento” dice.
CHI PAGHERA’ IL PREZZO ECONOMICO
“Uno è fisico e l’altro mentale. Potremmo chiamare questo ingegneria sociale, perché il rispetto del potere funziona, perché ha raggiunto attraverso i media una falsa coscienza collettiva. Così il confinamento è stato trasformato in un auto-confinamento giocoso e quasi festoso. Ora più che mai lo Stato si manifesta come un Grande Fratello. Non è più un padre odioso, invece, assume la figura di Madre che veglia e ama i suoi figli. Tutto ciò, insisto, è il più lontano dall’autorità e il più vicino all’autoritarismo postmoderno”. Sempre, in passato, spiega ancora, le pandemie hanno portato a cambiamenti sociali non necessariamente positivi, dice, si pensi ad esempio alla nascita del fascismo e del nazismo dopo l’influenza spagnola nel 1920: “Lo stato sociale viene toccato. Ma lo stato come struttura di potere no. Situazioni come la pandemia possono avere effetti sul rafforzamento dello stato, ma a costo di rovinare una classe media e mantenere un’oligarchia dominante su una maggioranza molto povera. Dobbiamo pensare che il costo economico sarà pagato da coloro che hanno risparmiato denaro, piani pensionistici, azioni. Tutto quel denaro “virtuale” può scomparire dalla mattina alla sera”. Infine una interessante analisi sociologica. Perché i credenti riescono a sopportare meglio la solitudine e l’isolamento? “La preghiera e la contemplazione richiedono l’esercizio del cosiddetto verbo mentale e l’abitudine al silenzio. Al contrario, nella nostra società, che è stata nominata come quella della cultura del rumore, si è incapaci di confinamento. Le persone sono abituate al rumore di fondo: caschi, musica, televisione, videogiochi. Il silenzio diventa insopportabile per molte persone perché allora ci si deve trovare davanti a quel verbo mentale, il fondamento della preghiera, che inizia a funzionare. Ma questo rende le persone disperate, perché oggi le abitudini della preghiera e della contemplazione sono già state perse”.