PANDORA PAPERS, 12 MILIONI DI DOCUMENTI CHE PORTANO A GALLA UNA RETE OFFSHORE
Dai Panama Papers ai Pandora Papers. Sono passati cinque anni dallo scandalo che ispirò il film di Steven Soderbergh, ma eccone uno nuovo. La nuova inchiesta giornalistica, che è stata coordinata dall’International Consortium of Investigative Journalists, ha scelto Pandora per il nome, proprio perché scoperchia un vaso di portata mondiale. Parliamo di 12 milioni di documenti riservati da cui emerge una rete offshore che coinvolge politici, personaggi dello spettacolo, stelle dello sport, generali e big degli affari. Ci sono 35 capi di Stato o di governo, più di 300 politici di oltre 90 nazioni, Ma ci sono anche capi di servizi segreti, manager, banchieri e industriali.
L’Espresso, che fa parte del consorzio, nomina il premier della Repubblica Ceca, il ministro olandese dell’Economia, l’ex primo ministro britannico Tony Blair, il Re di Giordania e i presidenti in carica, ad esempio, di Ucraina, Kenya, Cile ed Ecuador. Ci sarebbero pure criminali, ex terroristi, trafficanti di droga e boss mafiosi, anche italiani, insieme ai loro tesorieri. Cosa lega tutti questi personaggi? Sono clienti di 14 studi che fabbricano società collocate in giurisdizioni estere per non pagare le tasse, con l’obiettivo di rendere anonimi i titolari, che quindi possono occultare le loro ricchezze.
NEI “PANDORA PAPERS” CAPI DI STATO E DI GOVERNO
L’inchiesta dell’International Consortium of Investigative Journalists, durata quasi due anni, documenta ad esempio che Abdullah II, Re della Giordania, ha comprato ville e terreni negli Stati Uniti e a Londra per oltre 100 milioni di euro con offshore personali. Lui si è difeso spiegando, tramite un portavoce, che in quanto sovrano non paga le tasse e che i suoi investimenti esteri non sono dichiarati per motivi di sicurezza e privacy. Per quanto riguarda l’Europa, c’è Andrej Babis, premier ceco a capo di un governo populista di destra, che ha acquistato una villa da 22 milioni in Costa Azzurra senza dichiarare tale proprietà. Lui che nel 2017 dichiarava di voler combattere corruzione e privilegi delle élite. Per quanto riguarda l’Olanda c’è il cristiano-democratico Wopke Hoekstra, ministro dell’Economia, che ha attaccato spesso il nostro Paese in nome del rigore finanziario. Nel 2009 è entrato in una offshore che gli ha permesso di diventare un’azionista di una compagnia di safari in Africa senza dichiarare tale investimento. In Ucraina c’è Volodimyr Zelensky, il capo dello Stato che tramite società offshore ha posseduto per anni un’azienda di produzione e distribuzione di film e programmi tv. Un mese prima del voto, nel 2019, ha ceduto le sue azioni ad un amico, nominato poi primo consigliere pubblico.
DALLA RUSSIA ALL’ITALIA
Lo studio Anastasiades & Partners a Cipro ha aiutato diversi oligarchi russi a creare nuove offshore. I Pandora Papers dell’International Consortium of Investigative Journalists parlano anche di Svetlana Krivonogikh, indicata dalla stampa indipendente come ex fidanzata di Vladimir Putin e madre di una figlia non riconosciuta dal presidente russo. Ebbene, risulta beneficiaria di una società costituita un mese dopo la nascita della figlia. Tale società ha comprato per 3,6 milioni una residenza nel Principato di Monaco. E l’affare sarebbe stato gestito dagli stessi fiduciari che lavorano per gli oligarchi vicini a Putin. Tra le celebrità ci sarebbe la modella Claudia Schiffer, i cantanti Shakira ed Elton John, mentre Julio Iglesias è beneficiario di almeno venti società nelle Isole Vergini Britanniche. Per quanto riguarda l’Italia, i Pandora Papers rivelano che il boss della camorra Raffaele Amato avrebbe schermato una società-cassaforte che avrebbe comprato terreni e immobili in Spagna. Ma c’è pure l’ex nazifascista Delfo Zorzi, che risultava essere cliente di una società svizzera, la Fidinam, controllata da avvocati ed ex magistrati, che lo avrebbe registrato col nuovo nome giapponese Hagen Roi, ottenuto a Tokyo, dove vive da quarant’anni.
E poi ci sarebbe Carlo Ancelotti, già al centro di una richiesta del fisco spagnolo al Real Madrid per una questione di tasse del 2013 e 2015: secondo il consorzio giornalistico diversi documenti presenti nei Pandora Papers riguarderebbero una società con sede alle Isole Vergini britanniche che curerebbe i diritti di immagine dell’allenatore, sospetto su cui il Tesoro sta già indagando. Interpellato per un chiarimento, Ancelotti non ha ritenuto di rispondere alle domande inviate da Espresso, El Pais e dallo stesso consorzio Icij. Restando in Italia, l’Espresso svela che nei Pandora Papers ci sarebbero anche Roberto Mancini e Gianluca Vialli, rispettivamente ct della Nazionale italiana di calcio e capo delegazione degli azzurri agli ultimi Europei. I documenti visionati dal consorzio Icij indicherebbero Mancini come l’azionista di Bastian Asset Holdings, con sede nel paradiso fiscale delle Isole Vergini Britanniche. Invece a Vialli sarebbe attribuita la proprietà di un’altra società, la Crewborn Holdings, anch’essa registrata alle BVI. Inoltre, l’allenatore nel 2019 avrebbe «segnalato a una fiduciaria italiana di essere intenzionato a chiedere lo scudo fiscale per regolarizzare la sua posizione con il Fisco». Invece lo schermo offshore associato a Vialli «è servito a gestire una serie di finanziamenti ad attività italiane». Ma ci sarebbero anche altri nomi italiani, non ancora rivelati: stelle di calcio, moda e spettacolo, politici, mafiosi ed evasori fiscali. Nomi che saranno a breve svelati. (agg di Silvana Palazzo 7 ottobre 2021)