Complice la guerra in Ucraina, il prezzo del pane e delle bollette rischia di schizzare verso l’alto. O meglio, ancora più in alto rispetto a quanto non abbia già fatto sino a quest’oggi. Un dato su tutti: ieri il grano sul mercato europeo ha chiuso a 438,25 euro per tonnellata, a seguito dell’annuncio dell’embargo indiano all’export di grano per garantire la sicurezza alimentare interna. L’impatto di questa decisione genererà conseguenze notevoli anche nel nostro Paese, dove attualmente un chilo di pane costa 6 euro e un chilo di pasta 2 euro, contro l’euro e 33 centesimi di gennaio 2021 (dati Assoutenti).



Al momento, spiega su “Il Resto del Carlino” Enrica Gentile, fondatrice e ad di Aretè srl, in Europa e in Italia non ci sono problemi di alcun tipo legati agli approvvigionamenti, ma “siamo comunque esposti alla fluttuazione dei prezzi”. Ad esempio, il mercato del frumento duro è in tensione da almeno un anno e si prevede che le quotazioni resteranno alte anche nei mesi a venire”. Quali saranno le conseguenze? “Le filiere dovranno ridisegnarsi, rivedendo così le strategie di dipendenza dai mercati esteri largamente prevalenti in passato”. Un discorso applicabile al pane, ma anche alle bollette…



PANE E BOLLETTE: LE TARIFFE PER L’INVERNO 2022 SARANNO PIÙ ALTE?

Già, tralasciando per un istante il pur importante capitolo legato a pane e grano, quanto pagheremo le bollette nell’inverno 2022? A provare a dare una risposta è ancora “Il Resto del Carlino”, secondo cui non arriveremo a spendere molto di più rispetto a quanto spendiamo oggi. Questo perché “nella follia dei mercati, il peggio sembra che sia già stato scontato in anticipo. L’ipotesi peggiore, cioè il blocco delle forniture per colpa della guerra è stato già ‘prezzato’ con il rialzo delle quotazioni a fine 2021″.



Ecco perché si tende a credere che il prossimo inverno le bollette non potranno essere peggiori rispetto a quelle della stagione invernale da poco archiviata. Serve cautela, certo, “ma è evidente che le quotazioni europee ormai sono stabilmente al di sotto dei 100 euro a megawattora ed è improbabile che possano risalire di nuovo a quel livello”. L’embargo è improbabile, ma anche se ci fosse “scatterebbe allora automaticamente un prezzo amministrato a livello europeo, com’è già scritto nel RePowerEU, forse anche più basso di quello di oggi“.