È un discorso a tutto tondo quello fatto dal governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta sul palco del Meeting di Rimini 2024, partito dai problemi – ovviamente strettamente di natura economica – che attanagliano il nostro paese, per poi passare alla sempre fondamentale problematica del debito pubblico, chiudendo con un’ampia riflessione sul ruolo che l’Unione Europa può (e deve) avere per aiutare i 27 e – in particolar modo – l’Italia.
“Il problema cruciale – evidenzia immediatamente Panetta – rimane la riduzione del debito pubblico” e del sua divario sempre più ampio rispetto all’andamento del Pil, perché “un debito elevato” non solo “rende più onerosi i finanziamenti alle imprese” intaccando competitività e investimenti; ma “espone [anche] l’economica ai movimenti dei mercati finanziari” ed ovviamente “sottrae risorse alle politiche anticicliche, agli interventi sociali e alle misure [per] lo sviluppo”.
Soffermandosi ancora un attimo sul caso italiano, dal palco del Meeting di Rimini il governatore ci ha tenuto a ricordare anche che “l’Italia è l’unico paese” europeo nel quale la spesa per gli interessi sul debito si equivale – anche se Panetta usa la formula “pressoché” – a “quella per l’istruzione” dimostrando collateralmente che quello stesso debito grava “sul futuro delle giovani generazioni” e richiede sempre più a gran voce di “affrontare il nodo”; ma il tutto – ovviamente – non senza prima una fondamentale “accelerazione dello sviluppo“.
Fabio Panetta: “La soluzione alla denatalità arriva anche dai migranti, purché siano gestiti dall’UE”
Passando alla visione europea, Fabio Panetta ci ha tenuto a mettere immediatamente in chiaro che senza il ‘progetto UE’ oggi “il reddito pro capite (..) sarebbe inferiore di un quinto” e proprio tenendo a mente quell’integrazione responsabile di “importanti benefici”, il governatore della Banca d’Italia ha invitato i 27 a “non disperdere [lo] slancio” derivante da progetti come il Next Generation Eu “e di proseguire lungo il percorso comune“: l’obiettivo deve essere quello di “confermare il ricorso a progetti di spesa comuni e di avanzare verso un’unione più completa e più integrata sul piano sia finanziario sia fiscale”, senza “l’illusione” che si possa continuare senza una capacità fiscale centralizzata.
“Le proiezioni demografiche – ha continuato Fabio Panetta al Meeting di Rimini – indicano che nei prossimi decenni si ridurrà il numero di cittadini europei in età da lavoro“, con l’ovvio effetto che ne risentiranno “i sistemi pensionistici, i sistemi sanitari, la propensione a intraprendere e ad innovare”, ma anche la già ampiamente discussa “sostenibilità dei debiti pubblici”.
In questo caso la proposta è quella di “rafforzare il capitale umano e aumentare l’occupazione di giovani e donne”, specie nei paesi – e sottolinea “tra cui l’Italia” – dove “i divari di partecipazione al mercato del lavoro (..) sono ancora troppo ampi”; ma secondo Panetta si deve anche lavorare per favorire “un afflusso di lavoratori stranieri regolari” che dovrebbe essere “coordinato all’interno dell’Unione” tenendo conto delle imprescindibili “esigenze produttive con gli equilibri sociali”.