Fra i tanti risvolti indiretti e negativi della pandemia di covid vi è anche quello dell’aumento dei “panofobici”, ovvero, coloro che hanno “paura di tutto”. Stando a quanto viene riportato dal “Rapporto sulla filiera della sicurezza in Italia” di Censis e Federsicurezza, così come si legge sull’Huffington Post, sono più di 6 milioni le persone nel Belpaese che fuori casa ma anche fra le mura domestiche, “vivono costantemente in stato d’ansia”. Coloro che hanno più paura sono in particolare le donne, pari a quasi 5 milioni, per il 17.9% della popolazione totale rosa del Belpaese.



Non mancano comunque anche i giovani, visto che ansie e paure sono manifestate in questo periodo da 1.7 milioni di under 35, il 16.3% del totale. Nel rapporto di Censis e Federsicurezza si pone purtroppo l’accento anche su un fatto già noto come quello della crescita dei casi di violenza domestica, e si sottolinea come fra il marzo 2020 e l’ottobre dello stesso anno, le richieste di aiuto delle donne ai centri antiviolenza e stalking siano state 23.071, un dato pari al 71.9% in più rispetto al computo nello stesso periodo del 2019, leggasi 13.424.



IN ITALIA 6 MILIONI DI PANOFOBICI, MA SONO MOLTE LE PAURE, SOPRATTUTTO FRA LE DONNE

Sempre le donne sostengono di avere paura di camminare per strada (il 75.8%), e di prendere i mezzi pubblici la sera (l’83.8%). Inoltre si ha paura a frequentare i luoghi affollati e anche di incontrare persone sconosciute sui social network; infine, il 22.5% ha paura di restare a casa da sola la notte, e il 76.3% anche di condividere delle semplici immagini sul web e sui social. Uno spiraglio di luce arriva dal numero dei reati, in calo rispetto all’anno scorso, ma complice soprattutto la pandemia. In totale sono stati commessi 1.866.857 reati, il 18,9% in meno, con i furti negli appartamenti che per ovvie ragioni sono calati più di tutti, 34.4% in meno, seguiti dai furti in generale -33%. Comunque la paura di rimanere vittima di un reato non è diminuita, e per certi è addirittura aumentata (il 28.6%). “Si tratta di sentimenti fortemente condizionati dalla paura del contagio – le parole degli autori del rapporto – la sfera sanitaria peserà sempre di più nelle nostre vite: quando le restrizioni saranno allentate, le piazze dovranno poter tornare a riempirsi in tranquillità”.

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