«Nel 1999 quando Marco Pantani fu fermato al Giro d’ Italia a Madonna di Campiglio per la eccessiva presenza di globuli rossi nel sangue, verosimilmente dovuta al famigerato Epo, quasi tutti i primi dieci in classifica facevano uso di sostanze dopanti per migliorare l’ ossigenazione del sangue ed avere prestazioni sportive più competitive», non usa troppi giri di parole Angelo Zomegnan nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di Libero.
Il giornalista e direttore unito del Giro d’Italia dal 2004 al 2011 ha dialogato senza filtri con Giovanni Terzi ed ha accertato un dato: tutti facevano uso di sostanze illecite, semplicemente si cercava di gestire l’uso dell’eritropoietina. «Hanno cercato di fare passare Pantani come il delinquente nel convento di benedettine e così non era», le parole di Zomegnan, che ha rimarcato come tanti a quei tempi si facessero di epo o di viagra.
ZOMEGNAN: “L’ERRORE DI PANTANI FU…”
Secondo Zomegnan, Pantani si sentì tradito dal sistema e il suo team commise diversi errori, tanto che il Pirata divenne «il capro espiatorio di un sistema marcio». Il giornalista ha poi confermato le voci sulle scommesse clandestine, evidenziando che un fenomeno del suo calibro non era simpatico a tutti: il ciclista, infatti, rifiutò diverse proposte per cambiare team e «questo non ti rende simpatico agli occhi di chi vuole farti cambiare squadra».
Zomegnan ha aggiunto che Pantani «era sicuramente fragile umanamente e per questo la vicenda di Madonna di Campiglio gli distrusse la vita, ed era l’uomo degli eccessi». Fino alle cattive compagnie: «Si allontanò dal mondo sportivo e si spense prima di tutto la sua anima. Lo vidi una notte a Milano nella sua macchina, non era più lui». Ma Marco Pantani si poteva salvare? «Questo non lo so, i campioni sono i primi della classe e se sbagliano non lo fanno con la punteggiatura ma con la sintassi».