“Per il mio parto io non parto“: è questo lo slogan lanciato dalle future mamme di Pantelleria, impossibilitate a far nascere i propri figli sull’isola siciliana a causa di quella che Le Iene Show nella puntata in onda stasera su Italia Uno a partire dalle 21:10 non esitano a definire “una scelta politica molto strana”. Del caso si è occupata Nina Palmieri, recatasi sull’isola per approfondire la questione e parlare direttamente con le future mamme, che di certo non fanno del parto sull’isola una questione di capriccio personale. Come scrivono Le Iene sul loro portale, (clicca qui per il video di anticipazioni del servizio), infatti, “dietro questa richiesta c’è un diritto negato che già in condizioni normali dovrebbe essere garantito e che oggi con la pandemia e le migliaia di morti che ha causato sembra ancora più assurdo”.
MAMME PANTELLERIA: “PER IL MIO PARTO IO NON PARTO”
Ma a cosa si riferiscono Le Iene quando dicono che denunciano “scelte dei politici che sembrano lontane anni luce dalla vita vera”? Nina Palmieri parla apertamente di “un giochino che si ripresenta a ogni cambio degli assessori regionali e dei colori della giunta” e che finisce per ripercuotersi su diverse future mamme che non possono partorire sulla loro isola. La polemica è nata dopo la chiusura del punto nascita presso il locale ospedale B. Nagar. Da qui l’appello di 200 mamme: “Vogliamo ribadire, ancora, quanti disagi si trovano ad affrontare le partorienti dell’isola e i loro familiari a causa del trasferimento in Sicilia per partorire. Il parto, come è noto, da fisiologico può facilmente divenire rischioso a seguito dei forti stress a cui conseguentemente e inevitabilmente vengono sottoposte le partorienti nel periodo terminale della gravidanza e sui conseguenti non indifferenti oneri economici e organizzativi non da tutte le famiglie agevolmente sostenibili. Tutto ciò è aggravato dalla sopraggiunta pandemia da coronavirus che causa ulteriori disagi, tensioni e problematicità nei trasporti e nei collegamenti. I decreti governativi e le ordinanze del Presidente regionale vengono in questo modo disattesi”.