Paola Comin, ospite a La volta buona di Caterina Balivo, ricorda Alberto Sordi rivelando alcuni aneddoti inediti: “Lui era proprio così, per questo diceva “sono uno di famiglia” perchè non c’era differenza tra l’Alberto attore e l’Alberto uomo. La sua risata era la stessa. Lui metteva parole sue nei film, cambiando la sceneggiatura. La parola “birbaccione” lui me la diceva sempre quando tornavo a casa“.
E ancora: “Era allegro e generoso. Come sono arrivata nella sua vita? Perchè mi occupavo di un Festival della Rai dedicato agli sceneggiati. Volevano Alberto a fare il presidente della giuria come ospite centrale. Io chiamai Maria Rul, che è stata la mia maestra e il suo officio stampa. Lui era più morbido se a parlare era una donna, meglio se di aspetto gentile. […] Mi sembrava di averlo sempre conosciuto” ha raccontato Comin. (Agg. Valentina Masciolini)
Paola Comin, chi è la storica collaboratrice di Alberto Sordi
Oggi pomeriggio Caterina Balivo accoglie nello studio de La volta buona Paola Comin, colei che è stata per anni addetta stampa e storica collaboratrice di Alberto Sordi. Il suo nome è indissolubilmente legato a quello dello storico e compianto attore romano, che incontrò per la prima volta nel 1993 e con il quale collaborò fino alla sua morte, datata 2003. In un’intervista rilasciata a Serena Bortone a Oggi è un altro giorno nel giugno 2021, la Comin aveva fatto di lui un ritratto intimo e personale, avendo lavorato a stretto contatto con lui.
“L’ho seguito negli ultimi 10 anni, durante i quali ha fatto solo 3 film, però abbiamo girato tanto insieme. Ci spostavamo in giro per il mondo anche per prendere vari premi“, aveva raccontato in studio, ricordando i loro ultimi anni insieme. Poi, aveva dichiarato: “Lui ha saputo fare così bene l’italiano perché lo rappresentava davvero. Era generoso ma anche parsimonioso, non gli piaceva sprecare. Era pavido ma anche coraggiosissimo. Poi era così sicuro delle sue qualità che le critiche gli scivolavano addosso, ma sempre con grande modestia e umiltà”.
Paola Comin e la questione eredità di Alberto Sordi: “La sua volontà è stata rispettata“
Paola Comin si è preoccupata di Alberto Sordi anche dopo la sua morte, in seguito alla quale si è aperta una vicenda giudiziaria legata all’eredità dell’attore. La sua storica collaboratrice, in un’intervista a Storie Italiane rilasciata lo scorso ottobre, aveva così svelato le sue ultime volontà: “L’eredità di Sordi è andata alla fondazione di Alberto Sordi come da volontà di Alberto e della signorina Aurelia Sordi, lui diceva che tutto quello che aveva lo doveva al suo pubblico. La volontà di Alberto è stata totalmente rispettata dalla signorina Aurelia, questo è ciò che lui voleva“.
E aveva aggiunto: “Il testamento aveva un unico erede, non vi erano lasciti, solo la richiesta che le persone che lavoravano nella villa fossero riassunte a tempo indeterminato, non c’erano altri lasciti. Decise quindi di fare una donazione, una cosa normalissima. Lasciò dei soldi a tutti quelli che lavoravano nella casa di Sordi”.