Paola Cortellesi ai microfoni di “Stories”, rubrica di Sky Tg24, ha descritto la sua carriera artistica a tutto tondo, partendo proprio dalle sue origini professionali. Agli inizi ci fu “Mai Dire Gol”: “Ho cominciato a fare tv nel 2000 con la Gialappa’s Band e con Serena Dandini. Per me è stato un momento meraviglioso. Una curiosità? La mia è la voce che ha registrato ‘Cacao Meravigliao‘: avevo 13 anni e in quel periodo registravo alcuni cori insieme ad altri ragazzi e ragazze nello studio di Claudio Mattone. Mi chiesero di improvvisare questo finto ritornello brasiliano e Renzo Arbore, che collaborava con Mattone, mi disse che ‘ero arruolata’”.
Da bambina Paola Cortellesi viveva a Massimina, una borgata alla periferia della Capitale ed era “allegra, una caratteristica che ho sempre avuto. Sognavo di guidare il camion, pensavo che potesse essere qualcosa di bello e di affascinante. Fui anche bocciata un anno al liceo scientifico: andavo benissimo nelle materie umanistiche, malissimo nelle altre”. Dopo gli inizi televisivi, arrivò la chiamata del cinema, con una parte nel film di Aldo, Giovanni e Giacomo “Chiedimi se sono felice”: “Io veneravo Aldo, Giovanni e Giacomo da spettatrice a casa e guardavo tutti i loro sketch, così come adoravo Antonio Albanese, tutte persone con cui dopo ho avuto la fortuna di lavorare”.
PAOLA CORTELLESI: “LA FELICITÀ? L’HO PROVATA IN FRANGENTI DI ROUTINE QUOTIDIANA”
A “Stories”, Paola Cortellesi ha dato anche la sua definizione di felicità: “È un attimo. Ci sono dei momenti nei quali la percepisci, nella vita. A me è capitato in frangenti di routine quotidiana”. Ad esempio, nel video de “La descrizione di un attimo” dei Tiromancino di cui è stata protagonista insieme a Valerio Mastandrea: “Credo di aver riso poche volte come quei due giorni. Si trattava della riproduzione del video di Sandra e Raimondo Vianello che io guardavo da bambina. È stato bellissimo. Mi presi anche un’allergia da processionaria sul set”.
Il cinema in Italia non sta andando a gonfie vele: “So che le sale non stanno avendo più i pienoni che c’erano una volta, che la gente non sta tornando molto in sala. E tornare nelle sale è bello, ma non è una cosa per nostalgici. Credo che sia una cosa molto importante per crescere, per far crescere delle generazioni di ragazzi che sappiano condividere le emozioni, che è una grande ricchezza”. Poi un commento di Paola Cortellesi su Carlo Verdone (“Un ispiratore e anche un amico”) e, infine, un ricordo del regista Mattia Torre: “Una delle più grandi perdite dal punto di vista umano per chi ha avuto la fortuna di amarlo e di conoscerlo dal punto di vista artistico”.