Paola Egonu choc: “Ho subito razzismo sin dall’asilo. Avevo 4 anni e la maestra…”

Sono parole feroci, dolorose quelle dette da Paola Egonu nel corso di un’intervista rilasciata a Vanity Fair che è più un lungo sfogo della campionessa di pallavolo.

Paola parla di razzismo, quello che lei stessa ha subito sin da piccolissima: “A quattro anni – dice – ho capito di essere diversa. Ero all’asilo e, con un mio amichetto, stavamo strappando l’erba del giardino: ci facevano ridere le radici. La maestra ci ha messo in castigo. Per tre volte le ho chiesto di andare in bagno. Per tre volte mi ha risposto di no. Alla fine ci sono andata di corsa, senza permesso. Troppo tardi: mi ero fatta tutto addosso. La maestra mi ha riso in faccia: ‘Oddio, fai schifo! Ma quanto puzzi!’. E, per il resto del giorno, non mi ha cambiata. Ho dovuto attendere, sporca, l’arrivo di mia madre nel pomeriggio. Ancora oggi, 20 anni dopo, fatico a usare una toilette che non sia quella di casa mia”.



Paola Egonu: “Se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io”

È da queste esperienze personali che arrivano poi queste parole molto forti: “So già che, se mio figlio sarà di pelle nera, vivrà tutto lo schifo che ho vissuto io. Se dovesse essere di pelle mista, peggio ancora: lo faranno sentire troppo nero per i bianchi e troppo bianco per i neri. Vale la pena, dunque, far nascere un bambino e condannarlo all’infelicità?”. Spiega infatti di essere cresciuta in un contesto “in cui lo standard di bellezza presupponeva l’essere bianca. […] Io ero sempre la più alta, ero nera, con questi ricci che odiavo. A un certo punto mi sono rasata a zero. Peccato che poi venivo presa in giro perché non avevo i capelli. La vita era uno schifo. Io mi sentivo uno schifo“.



E oggi, spiega Paola Egonu, le cose non sono migliorate in fatto di razzismo in Italia: “Capita che mia mamma chieda un caffè al bar e che glielo servano freddo, che in banca lascino entrare la sua amica bianca ma non lei”, ha amaramente aggiunto la campionessa.

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