Paola Egonu, 22enne pallavolista di punta della nazionale italiana, ha dovuto affrontare numerose difficoltà per via essere di origini africane e nel contempo omosessuale. Aveva fatto coming out due anni e mezzo fa circa, durante un’intervista al Corriere della Sera, ma in questo lasso di tempo le cose non sono migliorate. «In questo momento – racconta ai microfoni di Fanpage – la sessualità di una persona è giudicata perché non tutti hanno il coraggio di parlarne per come sono cresciuti, per quante poche persone si esprimono e parlano di come si sentono realmente. Io dico sempre “sii te stesso” ma nello stesso momento devi avere il coraggio di renderti libero perché potresti essere tu a mettere dei paletti perché non vuoi deludere la società o la tua famiglia».
Nonostante vi siano ancora numerose discriminazioni e pregiudizi, secondo Paola Egonu sembrerebbe intravedersi la luce in fondo al tunnel: «Credo che piano piano più persone stanno iniziando a parlarne e questo mi rende felice. Con l’andare avanti nel tempo questo discorso diventerà normale e ci sarà l’accettazione di chi si è veramente».
PAOLA EGONU: “C’E’ EGOISMO, SI PENSA SOLO A SE STESSI”
Dall’omosessualità al razzismo, altro tema che sta molto a cuore a Paola Enogu: «Si è egoisti, perché si pensa solo a se stessi e non ci si mette mai nei panni degli altri. Lo stesso discorso vale anche per i migranti: ci si pone mai la domanda sul perché lasciano il loro Paese non avendo nemmeno la certezza di sopravvivere? Una volta che si proverà a capire perché lo fanno allora si potrà trovare una soluzione». E chissà che un passo avanti nella lotta dei diritti per le minoranze non possa arrivare proprio grazie a Paola Enogu, che potrebbe ottenere un ruolo di prestigio come quello di portabandiera nella sfilata a Tokyo, sarebbe un segnale davvero importante «Perché sono diversa – sottolinea la pallavolista 22enne – dal colore della pelle, che è la prima cosa che noti; al mio modo di pensare e per come affronto determinati temi. Sono consapevole che ci sono un sacco di ragazze che si trovano nella mia stessa situazione e si sentono sole, non vedono quella luce, e non fanno mai quel primo passo. Potrei dare tanti bei messaggi. Sarebbe un onore e sarebbe qualcosa di diverso». Tornando sul tema razzismo, la giocatrice di pallavolo non si da pace: «Mi chiedo da cosa parte quest’odio, perché abbiamo voluto dividerci per razze e perché non si tenta di capire l’altro. Io sono una persona molta emotiva e fa male. Fa male sia per quello che accade in America e sia perché ora si punta il dito contro gli asiatici per il virus. Come se lo avessero creato loro. Faccio fatica ad aiutare come vorrei ma sono con tutti loro spiritualmente. Non capisco perché un essere umano debba creare dolore ad un altro, non capisco cosa c’è alla base».