Paola Ferrari, dal “caso” Belen al periodo difficile dopo gli Europei

Paola Ferrari, tra le prime donne ad sfatato il tabù della presenza femminile nel giornalismo sportivo, si è concessa un’ampia intervista per il quotidiano La Verità. La giornalista è partita dalla recente querelle per le esternazioni fatte sui social in merito a Belen Rodriguez; intervenuta in tv per raccontare la rottura con Stefano De Martino. “Sono forse un po’ impulsiva, spontanea; ma le assicuro che molto colleghe quando faccio certe esternazioni poco politically correct poi mi scrivono in privato che la pensano uguale ma temono di dirlo in pubblico”.



“Cosa si rischia? Critiche fino alla gogna in tempi di social; è tanto tempo che non do importanza alle critiche e dico semplicemente quel che penso”, prosegue così Paola Ferrari spiegando come ormai abbia maturato una consapevolezza tale da farsi scivolare addosso le opinioni contrastanti facendo valere il proprio pensiero. La conduttrice e giornalista ha però spiegato come non sia sempre stato semplice per le emergere a dispetto del giudizio altrui: “Negli anni sono stata ‘bullizzata’, e le virgolette ce le metta. Soprattutto dopo gli Europei me ne dissero di tutti i colori: ‘Vecchia’, ‘Brutta’, è stato pesante soprattutto perchè gli attacchi venivano portati avanti da una certa satira politica di sinistra…”.



Paola Ferrari e il chiarimento con Paola Cortellesi dopo il monologo sul femminicidio

Paola Ferrari – sempre per La Verità – ha raccontato di essere riuscita a superare quel circolo di critiche seppur sottolineando però che: “Nessuna voce si è alzata in mia difesa”. A proposito della querelle con Paola Cortellesi, la giornalista ha invece spiegato: “Il suo monologo? Con lei ci siamo chiarite e fu molto carina. Ho visto il film, davvero molto bello… di quel monologo mi colpì particolarmente quel ‘Mi fai schifo’ urlato, sul finale. Mi chiedevo: ‘Che cosa ho fatto per meritarmi questo sfogo, quando ho sempre cercato di portare avanti il ruolo di donna emancipata in mondo maschile come quello del calcio e l’ho fatto con successo aprendo la strada anche ad altre donne?’“.



Paola Ferrari ha parlato al quotidiano anche di Ilary Blasi, incalzata sulla camicia bianca indossata dalla conduttrice – in relazione al post su Belen Rodriguez – nel docufilm “Unica”. “So come funziona, per esperienza: soprattutto per questo tipo di documentari l’importante è la commercializzazione dell’evento… Io preferisco che certe cose restino sempre nel privato. Anche perchè ci sono i figli che guardano”. La conduttrice ha poi aggiunto: “Totti e Ilary Blasi erano una bella coppia e mi dispiace. Un po’ come mi sono dispiaciuta per la fine tra Al Bano e Romina; ma quello era un altro tipo di dolore. Quella sofferenza che va vissuta in silenzio”.

Paola Ferrari, dal calcio “maschilista” all’appello per le donne: “Serve la forza per ribellarsi!”

Proseguendo nell’intervista per La Verità, Paola Ferrari ha argomentato anche sulla possibilità di cambiare il mondo del calcio. “Impossibile, resta prepotentemente maschilista; usa il corpo delle donne, è rimasto così sebbene su tanti altri fronti si è evoluto… Però apri i siti dei quotidiani sportivi e ci trovi sempre la moglie del calciatore ‘Che fa impazzire il web’ in costume da bagno e via dicendo”. Cambiando argomento, la conduttrice si è espressa anche sull’attuale condizione femminile e sul tema del femminicidio tristemente attuale. “Ogni situazione nasconde un dramma che ha un’origine spesso diversa. Ci sono casi di uomini violenti che manifestano la loro aggressività nel rapporto e allora occorre dare alle donne la forza di ribellarsi”.

Sempre a proposito della violenza sulle donne, Paola Ferrari ha aggiunto: “Serve il sostegno delle istituzioni per denunciare senza vergogna di un fallimento anche perché abbiano la loro indipendenza economica… Bisogna educare al rispetto, come ho tentato di fare io con mio figlio Alessandro e spero con successo. Mia figlia Virginia la iscrissi a karatè perchè potesse essere più sicura di sé anche da grande”. La conduttrice ha poi concluso: “Peccato non aver visto molte donne di sinistra alzare la voce per gli stupri di Hamas sulle donne israeliane. Sembra che la solidarietà non sia bipartisan, ed è aberrante. Prenda le critiche a Simonetta Matone in tv dopo il caso di Filippo Turetta… Le critiche sono arrivate perchè sta al governo”.