Nella lunga intervista rilasciata ai microfoni di Oggi è un altro giorno, Paola Gassman ha parlato del periodo di depressione attraversato dal padre Vittorio: «Quando si è depressi non si parla molto della cosa, ma della propria sofferenza, ma solo quando ne aveva voglia. Lui si era fatto un po’ una diagnosi. Da bambino era un po’ patologicamente sensibile. Lui avrebbe voluto fare lo scrittore, ma è stata la madre ad iscriverlo all’Accademia. Per fare questa professione ho dovuto mutare il proprio carattere. Ha fatto uno sforzo enorme, nella vita non è cresciuto altrettanto di quanto non è cresciuto nella professione». Momento di sconforto arrivaot verso la fine della sua esistenza: «Quando ha sentito che le forze diminuivano, è ritornata la depressione. Piano piano, sempre di più, fino a diventare anche per noi che gli eravamo vicino». (Aggiornamento di MB)



PAOLA GASSMAN A OGGI É UN ALTRO GIORNO

Paola Gassman a tutto tondo tra carriera e vita privata a Oggi è un altro giorno. La celebre attrice ha parlato a lungo del padre Vittorio Gassman, protagonista del cinema italiano del Novecento: «Ormai mi dicono se sono la sorella (ride, ndr), ma sono la prima figlia. Mi ha avuta quando aveva 23 anni». Un uomo bellissimo e brillante, che comunque non le ha causato problemi nell’affrontare l’amore: «Non ha mai ingombrato troppo. Noi ci siamo incontrati già grandi: quando ero piccolina, lo ricordo poco. Non era molto presente, non per cattiveria ma perché era troppo preso dalla carriera. Quando io ho cominciato a parlare di fare questa professione, siamo entrati in sintonia più di testa che di pancia. Siamo diventati molto amici, sempre di più».



PAOLA GASSMAN: “MIO PAPÀ VITTORIO ERA MOLTO TIMIDO”

Paola Gassman ha poi ripercorso la sua infanzia: «Quando ero bambina non mi mancava, avevo accanto una mamma molto intelligente che non me lo faceva mancare ed ho avuto un’altra figura molto importante come il regista Franco Rosi, compagno di mia madre per quasi 12 anni». Poi sul padre ha rivelato inoltre: «Mio papà era molto timido, timidissimo. Era addirittura patologico: la madre lo ha costretto a fare questa professione per curare la sua timidezza. Ed era timido anche nell’esprimere i sentimenti. Non è stato un padre canonico per tutti e quattro i figli. Poi man mano si è sciolto, ma era molto timido. Spesso mi dava dei grandi pizzicotti, ma erano una forma d’amore». Paola Gassman si è poi soffermata sulla sua carriera “ribelle”: «Non volevo andare sulla scia di mio papà. La dinastia teatrale di mia mamma parte da molto lontano, ma sentivo di dover guadagnare un piccolo spazio da sola. Ho meditato anche sul cognome, volevo cambiarlo, ma poi ho capito che sarebbe stato doloroso privarsi del proprio cognome. Mio padre mi ha chiesto tantissime volte di lavorare con lui, ma ci ho lavorato pochissime volte».

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