Dopo anni di critiche, strappi e fiducie non votate, la senatrice Paola Nugnes annuncia di lasciare il Movimento 5 Stelle in una intervista al Manifesto: una delle maggiori “dissidenti” ancora interni al M5s, assieme ad Elena Fattori e un manipolo di altri senatori, compresa (seppur con istanze diverse) Roberta Lombardi, la Nugnes lancia l’ultima definitiva “fatwa” contro la leadership di Luigi Di Maio e Davide Casaleggio annunciando lo strappo ultimo. «Il giro di boa di un anno di governo devo constatare che qualsiasi critica costruttiva è diventata impossibile. Ogni aspetto della vita del Movimento, dentro e fuori dal Parlamento, è sottoposto alla volontà del capo politico e per questo, dopo più di dieci anni, lascio i 5 Stelle», spiega la dimissionaria ex grillina, aggiungendo poi sempre al Manifesto «Tutti i problemi derivano dalla torsione imposta nel 2017, con la delega in bianco al capo politico. Inclusa la perdita di 6 milioni di voti nell’abbraccio con la Lega».
IRA DI MAIO CONTRO LA NUGNES (E PARTE DEL M5S)
Paola Nugnes ha poi annunciato di voler passare al Gruppo Misto al Senato, «andrò fra gli indipendenti se non riuscirà ad incidere darò le mie dimissioni»: immediata e comprensibile l’ira di Luigi DI Maio che dopo la cacciata dell’ex colonnello Gregorio De Falco già aveva messo “nel mirino” le tante, troppe votazioni contrarie con tanto di accuse a mezzo stampa di Nugnes e Fattori. Oggi si consuma il definitivo strappo, con il leader grillino che su Facebook lancia un durissimo post che racchiude tanto il caso-Nugnes quanto le distanze viste nelle ultime settimane con il suo fidato e amico Alessandro Di Battista, non ultime le polemiche lanciate da “Dibba” contro Salvini giusto ieri: «leggo che la senatrice Paola Nugnes vuole lasciare il MoVimento 5 Selle anche perché reputa la legge che taglia 345 parlamentari, una legge anti democratica. Se si vuole tradire una promessa, bisognerebbe dimettersi non passare al misto». Non solo Nugnes però visto quanto afferma verso la fine del lungo sfogo-post su Fb: «Non mi interessa se in buona fede o in mala fede, ma se qualcuno in questa fase destabilizza il MoVimento con dichiarazioni, eventi, libri, destabilizza anche la capacità del Movimento di orientare le scelte di Governo. Qui stiamo lavorando per il Paese, e questo non lo posso permettere. Abbiamo tutti una grande responsabilità. Sentiamola. Tra l’altro destabilizzare il Governo in questo momento in cui il Presidente del Consiglio sta portando avanti una trattativa difficilissima con l’Unione Europea è da incoscienti, e questo lo dico sia al MoVimento che alla Lega. Non permetterò che nè io nè il MoVimento veniamo indeboliti da queste dinamiche. Ci mancherebbe altro. Ma è bene che tutti sappiano. Dobbiamo essere una testuggine, non un campo estivo!». M5s, Di Battista, Salvini e la Lega sono tutti “avvisati”..