L’attrice Paola Quattrini, 77 anni, si è raccontata sulle colonne del quotidiano “Leggo” in un’intervista a tutto tondo, nella quale ha parlato di carriera e vita privata, partendo da una considerazione: “Rifarei tutto ciò che ho fatto, ma un rimpianto ce l’ho. Uno solo, grande: una fanciullezza, un’adolescenza che non ho vissuto, che non potrò mai riavere dalla vita”. La donna ha poi confessato di avere azzardato in passato anche a livello sentimentale, riconoscendo che in tutti gli ambiti della nostra esistenza, quando si è chiamati a compiere una scelta, una percentuale di incognita esiste sempre e bisogna essere in grado di assumersi le proprie responsabilità.



In amore “la mia vita è stata piena di incontri emozionanti, di sentimenti che meritavano d’essere vissuti, di persone che mi hanno arricchito dentro. Certo, qualcuno se n’è pure approfittato… Sono tra quelle mollate il giorno prima del matrimonio”. A livello professionale, invece, ne “La Papessa Giovanni” di Mario Moretti, spettacolo in cui andava in scena in guêpière, “mi tirarono i pomodori”, mentre il nudo di “Diana e la Tuda” di Pirandello con Arnoldo Foà “fece parlare molto. Non che fosse un nudo integrale, mostravo solo il seno e, mi creda, potevo ben permettermelo. Peccato che fossi visibile solo a una metà della platea”.



PAOLA QUATTRINI: “VORREI RECITARE CON PIERFRANCESCO FAVINO”

Dopo una battuta sul nuovo sindaco della sua città, Gualtieri (“Bisogna avere speranza per forza perché peggio di così, tra monnezza e cinghiali… Vedere la città più bella del mondo ridotta in questo stato, fa male al cuore”), Paola Quattrini a “Leggo” ha raccontato che sul set ha incontrato “parecchi str*nzi”, mentre tornerebbe subito a recitare con Walter Chiari, Johnny Dorelli, Massimo Dapporto, Giuseppe Pambieri, Erica Blanc ed Enrico Lo Verso. Tra i registi, invece, la scelta ricade su “Lorenzo Salveti, l’unico che mi ha fatto piangere, ma forse aveva ragione perché poi il personaggio è venuto fuori magnificamente”.



Infine, i desideri per l’avvenire: “Tornare al cinema, in un bel film, con un bel ruolo. Magari accanto a un collega col quale non ho mai lavorato. E stavolta il nome lo faccio: Pierfrancesco Favino. Ma quanto è bravo…”.