Paola Severino e il suo rapporto con Napoli nella lunga intervista rilasciata a Il Mattino. L’ex ministro della Giustizia ha ricordato in particolare la visita al carcere di Poggioreale, dove si accorse della sofferenza dei detenuti e della loro voglia di redimersi: «Procedemmo lungo i corridoi, e nei cortili – e c’era chi applaudiva, chi batteva sulle sbarre delle celle, chi scandiva “mi-ni-stro, mi-ni-stro, mi-ni-stro” a gran voce».



Un’accoglienza che sorprese Paola Severino, tanto da spingerla a chiedere a un detenuto quali fossero le ragioni di tutto quel clamore: «La sua risposta mi commosse: “Vuje vulite bene a nuje, e nuje vulimme bene a vuje”». Il riferimento era «al gran lavoro realizzato nelle carceri»: «Da ministro ne ho visitate decine, mettendo a fuoco problemi e cercando soluzioni. E quello era il loro modo di ringraziarmi».



PAOLA SEVERINO E IL PROGETTO REBIBBIA LOCKDOWN

Al Festival di Venezia 2021 è satato presentato il docufilm “Rebibbia lockdown”, nato da un’idea di Paola Severino. L’ex ministro ha spiegato che era scettica sull’interessa prestato dai ragazzi a questo tema, ma fu smentita: «L’aula magna si riempì, molti rimasero in piedi e alla fine venni subissata di domande». Paola Severino ha evidenziato: «Capii che i giovani hanno molta voglia di sentir parlare di legalità, ancor più in contesti difficili. Così decisi di introdurre alla Luiss un progetto in cui i nostri studenti ne fossero ambasciatori – nelle scuole a rischio, nelle carceri. Poi ci ha pensato il lockdown a tessere il filo rosso che ha legato le nostre e le loro vite».

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