Un lenzuolo simbolicamente esposto per dire no alla mafia e, nel giorno in cui si ricordano due degli eventi più luttuosi degli Anni Novanta, dare anche un segnale di legalità, sensibilizzando l’opinione pubblica: l’iniziativa di domenica 23 maggio, in cui verranno ricordate le stragi di Cosa Nostra e in particolare quella di Capaci, in cui perse la vita il giudice Giovanni Falcone (poche settimane dopo quella di Via D’Amelio in cui morì il collega Paolo Borsellino), è stata al centro dell’odierno dibattito a Uno Mattina con diversi ospiti che sono intervenuti per parlare non solo di questo appuntamento ma dei fatti di quel giorno.



In collegamento in diretta con gli studi dello storico talk show mattutino targato Rai 1 c’era oggi anche Paola Severino, ex Ministro della Giustizia, che ha detto la sua non solo sull’attentato e su quell’attacco al cuore della democrazia di cui questa domenica cadrà già il 29esimo anniversario ma anche sul modo in cui dovrebbe essere condotta la lotta alle mafie. Infatti la 72enne ex Guardasigilli originaria di Napoli, stimata avvocata e accademica, ha spiegato come a suo dire la “legalità non è fatta di clamore ma di memoria lunga”.



PAOLA SEVERINO, “LA LEGALITA’? E’ FATTA DALLA MEMORIA CHE…”

Nel suo intervento, infatti, l’attuale vice presidente dell’Università LUISS ha posto l’accento sul fatto che non servono parole strombazzate o post sui social per combattere davvero la criminalità organizzata, ieri come oggi, ma innanzitutto serve ricordare e mantenere vivo questo stesso ricordo. E in tal senso è fondamentale, proprio per tenere accesa quella fiammella che è la memoria, sensibilizzare i più giovani e coloro che magari ancora non erano nati quando Falcone e Borsellino venivano brutalmente assassinati in quella dolorosa estate.



Ed è anche con questo intento che domenica prossima è nata l’iniziativa, sull’onda dell’hashtag #unlenzuolocontrolamafia, che su impulso della Fondazione Falcone e dello stesso Ministero della Giustizia vuole tenere viva la memoria attraverso un percorso di riappropriazione urbana facendo diventare le città degli avamposti di legalità e non più in mano alla criminalità organizzata. E il m miglior modo per fare questo è l’arte ma anche iniziative simboliche come quei lenzuoli che raffigurano i due giudici protagonisti nella lotta alla mafia: delle vere e proprie “bandiere laiche” esposte ai balconi come ha ricordato a tal proposito Maria Falcone, sorella di Giovanni e presidente dell’omonima Fondazione.