PAOLA TANTULLI MALORE, POI IL DECESSO IN OSPEDALE
Il mondo dell’editoria è in lutto: è morta Paola Tantulli, stroncata da un malore improvviso mentre partecipava al festival letterario Pordenonelegge. Stava smontando gli stand dell’evento, a cui era fortemente legata, quando è stata colta da un malore: è accaduto domenica scorsa, 22 settembre 2024, ma anche se i soccorsi sono stati tempestivi, è finita prima in terapia intensiva all’ospedale di Pordenone e poi la situazione è precipitata, al punto tale che lunedì è morta.
Dopo la notizia della sua morte, lanciata proprio dalle pagine social di Pordenonelegge, si è sollevata un’ondata di cordoglio via social, infatti gli stessi organizzatori del festival hanno condiviso alcuni dei tanti messaggi di affetto pubblicati per ricordare e omaggiare l’editrice. Ad esempio, l’amministratore delegato della Biblioteca dell’Immagine, Massimiliano Santarossa, ha parlato della Tantulli come di una sorella ed evidenziato che resterà nei libri a cui ha dato vita. In generale, viene ricordata per il suo contributo a livello professionale e per la capacità di avvicinare le persone con la sua passione.
CHI ERA E LA PASSIONE PER L’EDITORIA
Paola Tantulli era originaria di un paesino nella provincia di Pordenone, mentre a Udine si era laureata in Lettere, immergendosi poi nel mondo dell’editoria, trasformando la sua passione in lavoro. Oltre a collaborare con la casa editrice Biblioteca dell’Immagine, organizzava il festival letterario Pordenonelegge ed era diventata un punto di riferimento importante nell’ambiente editoriale, dove ora lascia un grande vuoto, oltre che nella sua famiglia (ha due figlie).
Il presidente di Pordenonelegge, così come la direttrice e il direttore artistico hanno ricordato le qualità e il contributo di Paola Tantulli, così come l’impegno che ha destinato a ogni iniziativa a cui ha preso parte. I colleghi della casa editrice, pur evidenziando il “vuoto incolmabile” che ha lasciato con la sua morte, rimarcano l’affetto, le idee e le proposte che lascia come sua eredità, confermando che resterà “per sempre il cuore della Biblioteca dell’Immagine”.
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