Paola Toeschi, ecco chi era l’amata moglie di Dodi Battaglia, morta per un tumore al cervello
Paola Toeschi è stata la moglie di Dodi Battaglia, scomparsa nel 2021 a causa di un tumore al cervello. La compagna dell’artista ha combattuto a lunga la malattia, al punto che aveva deciso di raccontare il suo calvario in un libro. Paola Toeschi è venuta a mancare all’età di cinquantuno anni; era nata a Borgomanero ma ormai parecchio viveva a Bologna. Lavorava come attrice e in tv l’avevamo vista all’opera in diversi spot pubblicitari. L’incontro con Dodi Battaglia all’inizio degli anni 2000, poi la nascita della figlia Sofia.
L’artista aveva già avuto tre figli nelle sue precedenti storie, vale a dire Sara Elisabeth e Serena Grace, nate dalla prima moglie Louise Van Buren, e Daniele, avuto da Loretta Lanfredi. Paola Toeschi e Dodi Battaglia si erano sposati 2011, circa un anno dopo la terribile scoperta. Era il 2010, infatti, quando alla moglie dell’artista fu diagnosticato un tumore al cervello. Così è cominciato un incubo fatto di terapie e interventi. “Fino alla sera prima stavo bene, il mattino dopo la crisi e la diagnosi: tumore al cervello. Il mondo ti cade addosso”, aveva dichiarato in una toccante intervista.
Paola Toeschi, il pellegrinaggio a Medjugorje su consiglio di Dodi Battaglia
Paola Toeschi ha dovuto fare i conti con la malattia, con il marito sempre al suo fianco. Quest’ultimo le aveva suggerito di andare in pellegrinaggio a Medjugorje. “Ci sono andata la prima volta nel giugno del 2013. Da quel momento ho iniziato ad avere una gioia intensa, quel luogo mi ha trasmesso un’energia enorme”, la condivisione dell’attrice. Che spiegò: “Ho iniziato a pregare, a ringraziare la Madonna per il regalo che mi aveva dato. Ho ringraziato per la malattia, perché se non ci fosse stata non avrei potuto avere questa esperienza”. Da un punto di vista emotivo, dunque, Paola Toeschi era riuscita a riprendersi e a convivere con la malattia. Anche se nell’ultimo periodo la situazione è degenerata e la malattia si è conclusa nel peggiore dei modi per lei e per le persone che l’amavano e che continuano a farlo qualche anno dopo la sua morte.