Paola Turci si è scagliata contro Simone Pillon in virtù di una divergenza di vedute relativa al tema della comunità LGBT. Il botta e risposta, portato avanti a distanza attraverso i social network, è nato da un post del senatore leghista, il quale si complimentava con alcuni giocatori di baseball di Tampa per essersi rifiutati di scendere in campo con il logo arcobaleno sulla divisa nel mese del Pride in occasione di una partita. La notizia, in realtà, non è neanche del tutto veritiera, in quanto soltanto cinque membri della squadra hanno assunto questa presa di posizione.



“Onore ai giocatori di baseball di Tampa che hanno rifiutato di indossare il logo del gay pride in nome della loro fede cristiana. L’ideologia LGBT è radicalmente contro la fede, come dimostrano le sfilate blasfeme di questi giorni. Opporsi all’agenda gay è un gesto di fede. Costa caro, e ne so qualcosa, visto che son sotto processo da quasi 8 anni, ma ne vale la pena. Senza odiare o disprezzare nessuno, ma fedeli alla verità”, questo ad ogni modo il messaggio pubblicato da Simone Pillon su Twitter con a corredo un manifesto sul tema da lui firmato.



Paola Turci contro Simone Pillon sul tema LGBT: il botta e risposta

La risposta di Paola Turci al messaggio di Simone Pillon contro la comunità LGBT non è tardata ad arrivare. La cantante, tramite il suo account su Twitter, ha lanciato una accusa breve ma significativa nei confronti del senatore leghista. “Quanto è poco cristiano (e molto fascista) tutto questo, manifesto compreso”, ha commentato.

Simone Pillon, a sua volta, ha controbattuto: “Ormai siamo all’assurdo per cui non basta sopportare passivamente le sguaiatezze LGBT: è obbligatorio aderire ai Pride, pena la scomunica riservata ai fascisti. Cara Paola, canta che ti passa. Ti auguro di guarire presto dal COVID, e anche dalle ideologie che ti porti nel cuore. Io, come i giocatori di Tampa, e come la stragrande maggioranza della popolazione mondiale, vogliamo restare liberi dalle coccarde arcobaleno. A proposito: fascista è chi vuole imporre agli altri i propri dogmi. Io non pretendo che tu venga alle processioni, ma tu non puoi pretendere che noi ci adeguiamo ai diktat LGBT”.