Figlio di Biagio Antonacci e Marianna Morandi e dunque anche nipote di Gianni Morandi; con Bologna sullo sfondo, non poteva che diventare uno dei massimi autori musicali. Stiamo parlando di Paolo Antonacci, 29 anni e già pioniere indiscusso del settore con collaborazioni che in particolare negli ultimi anni sono state scandite da un successo incredibile. Intervistato dal Corriere di Bologna, il cantautore si è lasciato andare a considerazioni sul suo percorso, dagli albori ad oggi.



Paolo Antonacci – figlio di Biagio Antonacci e nipote di Gianni Morandi – è partito dallo spiegare come si arriva ad essere considerati tra gli autori più interessanti del panorama italiano. “Corsi e ricorsi della vita; sono nato pensando costantemente alle canzoni. Ad un certo punto ho deciso di entrare in studio, di scrivere e per un bel po’ di tempo, ovviamente, non è successo niente”. L’autore ha poi aggiunto: “Poi spallata dopo spallata siamo arrivati qua ad essere interessanti, forse, rimane l’unica cosa importante che continuo a perseguire”.



Paolo Antonacci: “Ho scritto la prima canzone per una ragazza…”

Per Paolo Antonacci – come raccontato al Corriere di Bologna – è un vero e proprio sogno poter vivere della sua passione più grande. “Ho fatto della creatività il mio mestiere? E’ una cosa bellissima e a volte ne sono scioccato; non avrei potuto fare altro, anche se è brutto da dire. Oggi mi sento veramente benedetto”. L’autore ha poi rivelato: “Ho scritto il primo brano da bambino mentre ero alle elementari, per la ragazza che mi piaceva. Nella mia testa pensavo che chi scriveva canzoni sarebbe stato notato”.



Tanti sono i successi che negli ultimi anni portano la firma di Paolo Antonacci e, fra questi, ecco cosa porterebbe sul podio: “Sono fiero di tante canzoni, dalle leggere alle impegnate. Se devo citarne un paio posso dire Tango; una ballata che potrebbe avere l’ambizione di durare un po’ di più nel tempo. Poi il primo pezzo che ho cantato, L’età d’oro, quello con cui mi sono lanciato nel mondo del cantautorato”. Infine, sul legame tra successo e giovane età ha spiegato: “Se l’età ha inciso? Sì, per via di una freschezza legata banalmente ai fattori lessicali e a quelli melodici. Non tanto per gli argomenti trattati che sono sempre quelli da una vita”.