Paolo Barilla, vicepresidente della multinazionale che porta il suo cognome, nonché nuovo presidente dell’Unione italiana food, ha parlato dell’attuale andamento del mercato alimentare italiano sulle pagine del Sole 24 Ore. Oggi, infatti, Unionfood presenterà il terzo bilancio sulla sostenibilità redatto assieme a Santa Chiara Next, dal quel emerge che l’86% delle aziende italiane ha investito in innovazione al fine di rendere più sane le produzioni, mentre il 77% ha la certificazione di sostenibilità e il 65% supporta le comunità locali.



“La sostenibilità“, spiega Paolo Barilla, “è ormai considerata una delle caratteristiche imprescindibili di un prodotto, al pari della bontà di un cibo”, nonché ormai “un elemento fondamentale della competitività”. Dal punto di vista della sostenibilità, spiega, “l’Italia eccelle” specialmente nel campo “della sicurezza alimentare: le imprese italiane non hanno rivali, sono più virtuose dei requisiti richiesti per legge e fanno meglio della maggior parte delle imprese degli altri Paesi”. Differentemente, però, Paolo Barilla ritiene necessario “lavorare sulla coesione dei territori, per raggiungere uno standard-Paese”, accorciando le distanze tra i vari operatori del mercato alimentare, anche con l’aiuto “delle istituzioni, che devono mettere tutti i soggetti della filiera intorno a un tavolo e sostenerne economicamente il percorso verso una sostenibilità sempre maggiore”.



Paolo Barilla: “Contro l’inflazione si devono ridurre gli sprechi alimentari”

Il settore alimentare italiano, però, negli ultimi mesi sembra interessato a pesanti e complicati aumenti di prezzo, che secondo Paolo Barilla sono anche giustificabili proprio in virtù della qualità, che “è l’unica strada percorribile per il nostro Paese se vuole competere sui mercati globali”. Inoltre, evidenzia, “c’è una fascia di cittadini a cui non risolveresti il problema nemmeno se abbassassi i pressi del 10%”.

Tuttavia, Paolo Barilla è anche convinto che “una parte dell’aumento della spesa alimentare potrebbe essere contenuta riducendo o eliminando gli sprechi“. Prevedendo, infine, come sarà il prezzo del carrello della spesa l’anno prossimo, il presidente di Unionfood sottolinea che “la stagnazione dei consumi è generalizzata a molti Paesi, la fragilità e l’incertezza sono elevate [e] non possiamo fare previsioni”. Ma Paolo Barilla ci tiene anche a specificare che “l’impresa alimentare in sé non determina i costi dell’inflazione, noi la subiamo. Gli elementi speculativi sono al di fuori di noi. Ormai constatiamo i prezzi di mese in mese e se l’energia costa più cara, tutto diventa più caro“.