Paolo Belli: “Faccio un lavoro privilegiato”
Ospite di Bellamà, Paolo Belli racconta il rapporto con il suo lavoro, che negli anni lo ha visto protagonista di grandi successi: “Il mio è un lavoro privilegiato ma è comunque un lavoro. Devi metterti lì, studiare, perché a volte le cose funzionano, a volte no. Questa cosa mi ha sempre dato la forza di andare avanti. Quello che sto facendo lo faccio perché ho studiato molto. Io posso parlare della mia esperienza. Bisogna essere consapevoli. Con il gruppo, se tu fai da collante, riesci ad aumentare. Le carriere si fanno con tanti fattori. Conta più il carattere, riuscire a gestire anche le ombre”.
Nonostante sia uno dei volti più popolari, conosciuti e amati, neppure per Paolo Belli sono mancati i momenti difficili: “Per tre anni ho vinto tutto e tutti erano miei amici. Dopo, nessuno è più tuo amico, il telefono non suona più. Io ho un buon gruppo, gente sincera: mia moglie, i miei amici, i miei musicisti. Gente sincera. Bisogna capire chi ti dice ‘Vai a quel paese’ perché è sincero e chi te lo dice perché crede di essere superiore. Un giorno mia moglie mi ha detto: ‘Ti amo, ma non sei più il Paolo che desideravo’.”.
Paolo Belli: “Nato in un paesino, sognare era facile”
Paolo Belli, grande tifoso juventino e autore dell’inno “Storia di un grande amore”, ha raccontato: “Da bambino sognavo di diventare un calciatore della Juve ma è andata bene lo stesso. Ogni volta che vado allo Stadium, mi guardano per sapere se so la canzone a memoria. È una grande gioia e una grande responsabilità! Normale che tutti quanti qui a Roma tifino Roma e Lazio ma bisognerebbe avere l’intelligenza di rispettare gli avversari e le altre squadre“.
Il cantante, nel corso di Bellamà, ha ricordato anche Fabrizio Frizzi, suo grande amico: “È il fratello che tutti dovremmo avere. C’era sempre, quando le cose andavano bene e male. Artisticamente non mi ha mai detto nulla, da fratello me ne ha dette tante, anche nel silenzio. Tutti dovrebbero avere il privilegio di trovare una persona accanto così”. Infine, anche un flashback alla sua infanzia: “Sono nato e cresciuto in un piccolo paesino, lontano anni luce dallo show business. Sognavo di fare lo show del sabato sera. Fantasticare in quel paese era facile, eravamo lontani anni luce da tutto. Capisci che se ti impegni ce la puoi fare e a 18 anni ho avuto la fortuna di incontrare una donna che mi è stata accanto nel risolvere i problemi quotidiani”.