Paolo Belli: “I genitori non devono dirti solo quanto sei bravo”
Ospite di Bella Mà, Paolo Belli si è lasciato andare ad un racconto intimo, che parte fin dall’infanzia e dai genitori: “Credo di avere i valori di ognuno di noi ma ora la gente è in difficoltà nell’esternare. Secondo me salutare le persone, ringraziare i musicisti, è normale. Mamma e papà, la famiglia è importantissima. Non devono essere solo quelle persone che dicono che sei bello e bravo, ma anche criticarti. Così come la moglie e gli amici”.
Il cantante, rivela poi che con sua moglie, con la quale condivide la propria vita da ormai più di quarant’anni, ha un rapporto molto sincero: “Proprio ieri con mia moglie ho avuto una discussione. Ho fatto lo scemo al ristorante e l’ho usata da spalla e lei mi ha detto che non le piace. È bello così”. Deanna, conosciuta quando il cantante aveva solo diciott’anni, è sempre stata fondamentale per lui, nella sua carriera e non solo: “Lei sa domare il mio ego. Lo ha fatto tante volte. Mi dice che quando sono fuori dal palco devo essere Paolo“.
Paolo Belli: “Non potevo avere figli ma…”
Alla domanda su chi vorrebbe riabbracciare, Paolo Belli non ha dubbi: “Mia nonna Lina. Parlava pochissimo, aveva la seconda elementare. Aveva una saggezza straordinaria. Mi viene in mente quando le dissi ‘Sai nonna vado al mare’, e lei mi disse che non aveva mai visto il mare. Così l’ho portata a Rimini e lei mi disse ‘Sono a posto così, ora posso anche morire’. Una volta mi disse ‘Ma a parte il cantante, di mestiere cosa fai?’ e lei ‘Oddio, vai a rubare’. Amo fare i regali agli altri, una volta mi feci un regalo da solo: i jeans strappati. Tornato a casa, mia nonna li aveva cuciti tutti. E disse a mia madre ‘Ma si può andare a lavorare così?'”.
Paolo Belli e Deanna hanno adottato un ragazzo della Bielorussia, ora rientrato nel suo Paese, dove si è sposato: “Per me e mia moglie l’adozione è stato un percorso che qualcuno ha deciso dall’alto. Io non posso fare i figli ma mia moglie mi ama. Siccome non posso averli biologicamente abbiamo deciso di adottare. All’epoca c’era il progetto Chernobyl. Abbiamo provato un mese per capire se ne fossimo in grado. Lì ho capito che i figli non sono tuoi per motivi di sangue ma per motivi d’amore, che tu sia uomo e uomo, donna e donna, single… I figli devono stare con persone che li amano. Non mi interessa a chi va, interessa farlo crescere con persone giuste. Per me è sufficiente”.