Dopo i consueti sei mesi di attesa, sono state depositate le motivazioni della sentenza con cui l’ex Avanguardia Nazionale Paolo Bellini è stato condannato all’ergastolo dalla Corte d’assiste di appello bolognese per il suo ruolo materiale – e “assolutamente certo”, scrivono i giudici – nella strage di Bologna: il 2 agosto del 1980 – infatti – nella stazione del capoluogo emiliano venne piazzato un ordigno esplosivo che uccise sul colpo 85 persone, e per i giudici fu proprio lo stesso Paolo Bellini a posizionarlo nella sala d’attesa della seconda classe; agendo – ma ci arriveremo – su indicazione della loggia massonica P2 guidata da Licio Gelli che si avvalse anche dell’aiuto di “funzionari dei servizi segreti e da altri esponenti di apparati dello Stato ‘deviati'”.
Soffermandoci innanzitutto su Paolo Bellini, i giudici nelle motivazioni della conferma dell’ergastolo già deciso in primo grado sottolineano che la sua presenza alla stazione di Bologna emerge chiaramente sia dalla “catena giudiziaria” del processo di primo e di secondo grado, sia dal famoso video girato dal turista Harald Polzer che impresse i momenti immediatamente precedenti alla tragica esplosione: un video nel quale “l’ex moglie Maurizia Bonini [e la] consulenza fisionomica” hanno perfettamente riconosciuto il Bellini.
Sulle sue responsabilità – invece – i giudici sono ancora dubbiosi, ma ritengono probabile che il ruolo conferito a Paolo Bellini da Gelli fu quello di “trasportare, consegnare e collocare quantomeno parte dell’esplosivo“, oppure – indipendentemente dall’effettivo trasporto – di “fornire un materiale supporto all’azione degli altri compartecipi” perfettamente cosciente che di lì a poco sarebbe si sarebbe verificata la tragica esplosione che costò la vita ad 85 persone.
Le motivazioni della condanna di Paolo Bellini: “Non vi sono dubbi sulla sua partecipazione alla strage di Bologna”
Sempre secondo i giudici – inoltre – grazie al video del turista è chiaro che l’alibi fornito da Paolo Bellini fosse “palesemente falso”, oltre che “intrinsecamente, assolutamente e manifestamente inverosimile”: l’ex Avanguardia Nazionale infatti coinvolse nella costruzione dell’alibi “persone a lui legate da vincoli di parentela” per sostenere che la mattina della strage fosse giù in viaggio verso il Tonale per una breve vacanza di famiglia; salvo poi smentirsi da solo quando a processo “ha dichiarato che il 3 e il 4 agosto non era in vacanza [ma alla] Mucciatella perché convocato dal padre su richiesta di Ugo Sisti”.
Secondo i giudici è chiaro che non ci sia “dubbio alcuno sulla (..) partecipazione [di Paolo Bellini] alla strage”, sottolineando che assieme a lui agì un “commando terroristico composto da più cellule” afferenti a diverse “organizzazioni eversive di destra” che avrebbero seguito le “direttive dei vertici della P2” tra cui il “capo indiscusso Licio Gelli” che ha partecipato alla strage finanziandola e organizzando “ripetute operazioni di depistaggio, anche mediatico“.