Sono tantissimi gli aneddoti che Paolo Bonolis può raccontare di aver collezionato nella sua vita. Uno degli ultimi rivelati riguarda Freddie Mercury, icona immortale dei Queen e voce inimitabile. L’occasione giusta gli viene data dalla pubblicazione della sua autobiografia Perchè parlavo da solo, di cui parlerà anche oggi, domenica 6 ottobre 2019, nel salotto di Che tempo che fa. Questa volta a parlare non è il Bonolis del record di ascolti, dei giochi folli, degli sketch con l’amico Luca Laurenti e dei programmi trash. A parlare invece è l’uomo che sta dietro lo showman tanto amato dal pubblico italiano, che snocciola dettagli inediti di una vita guardata a 360°. “Dopo un po’ capii che avrebbe voluto che andassimo da qualche altra parte”, racconta a Sorrisi, parlando di quell’incontro con la rockstar avvenuto quando aveva 25 anni e si trovava a Londra. Delle avances più o meno esplicite quindi, a cui Bonolis rispose con un “non è robba pe’ me”. Eppure in quegli anni gli ormoni del noto conduttore giravano a mille, come ammette a Porta a Porta. La sua prima volta avverrà proprio in Inghilterra, grazie all’incontro fatale con Serpa, una ragazza scandinava. “Ben disposta, carina e disponibile, ma sputava”, confessa. Anni prima del suo flirt con Milly Carlucci, del matrimonio con Diane Zoeller e infine le seconde nozze, molto più fortunate, con Sonia Bruganelli.



Paolo Bonolis, Che tempo che fa: impegno con le firme del libro

Paolo Bonolis si è già dato un gran da fare per firmare tantissime copie del suo libro Perchè parlavo da solo, pubblicato con la Rizzoli. L’acquisto del testo, già disponibile sui negozi digitali, permetterà anche di ottenere due regali interessanti: se l’operazione verrà conclusa su Mondadoristore si potrà ottenere una copia autografata e in più sostenere il Ce.R.S e il progetto Adotta un angelo. Ovvero l’iniziativa con cui la onlus offre assistenza domiciliare gratuita per tutti i bambini affetti da gravi disabilità. Il libro di Bonolis invece verrà presentato domani, 7 ottobre, presso il Teatro Manzoni di Milano, a cui seguiranno diverse tappe in giro per l’Italia. Una raccolta di pensieri elaborati, analizzati e rivoltati, seguendo un flusso di coscienza degno di James Joyce. Alterna leggerezza con domande al vetriolo, una lunga digressione sui cambiamenti dovuti al tempo, come quello del corpo. Ora che sente tutti i suoi 58 anni, i dolori e le fatiche, sente comunque una dose di felicità nel constatare che ce la fa ancora. Anche se in fin dei conti quelle rughe, quei solchi che vede sempre sul suo volto quando si riguarda in tv, non gli sono mai interessate. “Non dedico loro neanche un pensiero fugace. Non sono vanitoso. Non sono tipo da creme e trattamenti vari”, scrive nel suo libro.

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