Si torna a parlare di Paolo Calissano negli studi del programma di Rai Uno, La Vita in Diretta. Ospite vi è Stefania Orlando, la cui cugina è stata un’ex fidanzata proprio dell’attore morto negli scorsi giorni: “Non aveva mollato, aveva una progettualità – racconta l’ex concorrente del Gf Vip in diretta televisiva – aveva scritto delle sceneggiature bellissime, aveva anche dato delle parti agli attori, aveva deciso quali fossero le parti, aspettava delle risposte, aveva programmato anche la serata di capodanno, lui e Fabiola, dovevano andare a pranzo dagli zii, assolutamente nulla poteva far pensare ad un gesto estremo e questo voglio dirlo con fermezza, chiaramente aspetteremo gli esiti dell’autopsia. Fabiola è disperata e ci tiene a far sapere questa cosa, che lui era un uomo con dei progetti, un futuro davanti, una prospettiva”.



In studio anche Anna Pettinelli che non si capacita per il trattamento riservato a Paolo Calissano: “Io certe volte non capisco, l’Italia assolve persone che l’hanno fatta più grossa e poi uno come Paolo che di fatto era vittima di se stesso, ha avuto una tragedia per quello che è accaduto ed ha anche pagato il suo prezzo, non è riuscito a risalire la china, chissà perchè. Sicuramente è stato vittima di pregiudizio, è una persona che il suo debito l’ha pagato ed aveva tutto il diritto quindi di avere una seconda chance”.



PAOLO CALISSANO, LA TESTIMONIANZA DI GIORGIA GIACOBETTI: “ERAVAMO AMICI E AVEVA QUESTO SCRITTO…”

In collegamento anche Giorgia Giacobetti, figlia di Valeria Fabrizi, nonché amica proprio di Paolo Calissano: “Conosco Paolo da tanti anni, interpretò Linda il il Brigadiere dove mia mamma recitava e fece il figlio di mia madre, e scherzando ogni volta che ci vedevamo diceva che era mio fratello. Da lì nacque un’amicizia, persi Paolo per un po’ di anni, poi io abito molto vicino a Paolo, sia io che mia madre. L’abbiamo incontrato nel quartiere andando nello stesso bar, stessa farmacia, e ci siamo ritrovati”.



“Ci spiegò la sua situazione – ha proseguito Giorgia Giacobetti parlando di Paolo Calissano – il fatto di trovare tante porte chiuse, era una persona meravigliosa, sensibile, gran signore, ho un bellissimo ricordo, e ci sembrava normale potergli dare una mano. Lui era molto bravo a scrivere, aveva dei copioni e una sceneggiatura, aveva già pensato una storia con protagonista mia madre, una storia di una farmacia. Diede questa scenografia a mia madre a cui piacque tantissimo, e da lì cercammo di capire come fare squadra per aiutare a realizzare questo progetto. Organizzai una cena con mia madre e il suo agente per cercare di sostenerlo, e poi andai in agenzia e cominciammo a proporre questo scritto, ognuno ai propri contatti”.